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Consigliere PdL col pass invalidi del morto

Fabio Benedetti

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Il Presidente del Consiglio Fabio Benedetti ha iniziato azioni giudiziali contro i giornalisti, i quotidiani, i fotografi, adito il Garante della Privacy e preso provvedimenti contro tutti i siti internet coinvolti. Il caso aveva occupato le prime pagine della cronaca di Roma nei giorni antecedenti il Natale: il Consigliere pdl Fabio Benedetti aveva parcheggiato la macchina a Piazza di Spagna con esposto un contrassegno invalidi, che la stampa aveva subito attribuito ad una persona deceduta. Lo stesso Consigliere affermava sin dall'inizio la sua totale estraneità a quanto denunciato dal giornalista Davide Desario, disconoscendo il contrassegno invalidi che veniva ingiustamente attribuito al veicolo da lui condotto.«A seguito dell'inchiesta avviata dal Comandante dei Vigili Urbani su giusta sollecitazione del Sindaco - afferma Benedetti Presidente del Consiglio del XVIII Municipio - mi sono presentato spontaneamente presso gli uffici della Polizia Giudiziaria dove ho reso spontanee dichiarazioni e ho prodotto l'idonea documentazione. Si è ritenuto di non dover procedere ad alcuna contestazione nei confronti del sottoscritto per illeciti comportamenti che rivestivano carattere penale, civile e amministrativo. Inoltre, non è stata elevata alcuna infrazione al Codice della Strada a mio carico in quanto il presunto parcheggio abusivo rientrava invece nella piena regolarità, essendo la targa del veicolo collegata ad un regolare e valido contrassegno invalidi intestato ad una persona fortunatamente in vita; infatti i particolari dei pass ingranditi e decontestualizzati dal resto del veicolo, rappresentati nelle foto pubblicate sui giornali e su internet, sono stati falsamente attribuiti alla vettura che conducevo ». Per questo motivo Benedetti ha provveduto a denunciare nelle sedi giudiziarie competenti i giornalisti e i fotografi autori degli articoli pubblicati. «Tale mia precisazione – continua il Presidente Benedetti – giunge con notevole ritardo rispetto alla notizia data a Natale, in quanto ho dovuto ricostruire, con dovizia di particolari, perizie fotografiche e relazioni tecniche complete, tutti i mezzi probatori a mia difesa e notificare gli atti giudiziari ai diretti responsabili iniziando tutte le azioni giudiziali e amministrative ritenute opportune, prima di rendere pubblica la verità provata. Sempre negli stessi articoli, con caratteri cubitali, i giornalisti enfatizzavano la notizia della mia sospensione, seguita dall'espulsione dal partito. Anche tale circostanza risulta totalmente falsa e tendente a screditare la mia immagine pubblica. Infatti, non ho mai ricevuto alcun provvedimento punitivo, sbandierato sui giornali, da parte del mio partito. In questo periodo sono stato al mio posto di lavoro quotidianamente, affrontando i problemi del Municipio insieme ai cittadini, come faccio da nove anni a questa parte». Gli autori della falsa notizia hanno infangato l'onore e il rispetto sia del politico sia della persona nella sua vita privata, che invece da anni si occupa fattivamente delle problematiche sociali impegnandosi soprattutto nel rispetto e nelle priorità delle persone bisognose. Gli articoli pubblicati sono stati creati per orientare i lettori verso un giudizio di colpevolezza di Benedetti su un fatto non corrispondente al vero. La sproporzione delle fotografie, dei commenti dei lettori e degli aggettivi scandalistici a corredo degli articoli, rappresentano un accanimento tendente a screditare l'immagine pubblica della persona, resa ancora più evidente dalla pubblicazione in prima e seconda pagina della notizia per ben tre giorni, mettendo nelle successive pagine e con minore risalto fatti di cronaca e di interesse pubblico di ben altra rilevanza quali l'omicidio perpetrato all'interno di un autosalone. Mi è stata negata, da parte del quotidiano Il Messaggero, qualsiasi replica e rettifica, anche dietro pagamento dello spazio pubblicitario redazionale. «Mi rivolgo ai miei elettori e alla cittadinanza romana - conclude Benedetti - per ribadire il mio impegno sia politico sia sociale, frutto di un incessante lavoro che si protrae da molti anni. Certamente tale episodio sgradevole non pregiudica il mio lavoro, che anzi continuerà con maggiore e rinnovato stimolo per raggiungere obiettivi costruttivi e duraturi all'interno della società, rimanendo come sempre a completa disposizione per soddisfare le aspettative dei cittadini».  

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