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Springsteen non disturba Phelps

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Ilpasticciaccio del concerto di Springsteen è l'ultimo dei paradossi organizzativi attorno ai Mondiali di nuoto, originariamente previsti nella Città dello Sport progettata da Calatrava a Tor Vergata: bene che andrà, lì si giocherà a basket nel 2014, mentre i campioni in costume dovranno ripiegare, quest'estate, sul più classico Foro Italico. Dieci metri più in là, il 19 luglio avrebbe dovuto suonare il re incontrastato del rock: per lui, di sangue italiano, l'appuntamento romano è sempre molto sentito, come hanno dimostrato, negli anni, i suoi concerti al Flaminio o al Palalottomatica. Ma l'Olimpico è un'altra cosa, come possono testimoniare i Rolling, Madonna, Vasco, o le star attese lì, in quelle settimane, come Tiziano Ferro o i Depeche Mode. Il prefetto teme che la concomitanza di eventi musicali e sportivi in uno spazio così esiguo rappresenti un problema di «sicurezza». Chi segue il rock sa che i fans di Springsteen sono fra i più pacifici: non si tratta di punk, satanisti o Hell's Angels che raggiungono gli spalti in sella alle Harley. Né è sensato immaginare spostamenti di date, in una tournée già partita e che durerà fino all'autunno.Location alternative? Il Circo Massimo va bene per gli show gratuiti (e per il rocker sono già stati venduti 40mila biglietti), Capannelle è inadeguata e l'aeroporto dell'Urbe ancora ricorda il caos logistico per gli U2. Calatrava non farebbe in tempo a disegnare un nuovo stadio del rock: l'unica è riconsegnare le chiavi dell'Olimpico al Boss. Roma sa accogliere con civiltà: sarebbe triste spegnere la grande musica, davanti alla vetrina internazionale dello sport.

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