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Niente multe in cambio di sesso

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{{IMG_SX}}Le accuse sono pesanti come macigni. Soprattutto perché gli indagati indossano le divise e dovevano far rispettare una disposizione sindacale, mentre permettevano che venisse violata. In cambio di prestazioni sessuali gratuite. O di soldi. Tutto ciò con la promessa di non multare le loro vittime. Prostitute che invece avrebbero dovuto essere contravvenzionate in base all'ultima ordinanza emessa dal sindaco Alemanno il 16 settembre 2008. Agli arresti domiciliari sono finiti tre agenti della polizia provinciale del distaccamento di Fiumicino, di età compresa tra i 30 e i 32 anni. Il provvedimento è stato eseguito su richiesta del pubblico ministero capitolino Luca Tescaroli al termine di una indagine condotta dai carabinieri. Sono stati gli stessi militari della stazione di Ponte Galeria a ricevere, tra il mese di settembre e quello di novembre del 2008, diverse segnalazioni e denunce da parte di alcune prostitute che frequentavano via di Malagrotta. Le ragazze hanno raccontato ai carabinieri che in più occasioni degli agenti della polizia municipale, in uniforme e con l'auto di servizio, hanno preteso da loro rapporti sessuali o sconti sulle prestazioni per evitare la multa. In altre occasioni gli stessi agenti hanno chiesto alle ragazze, per «chiudere un occhio», alcune somme di denaro, dai trenta ai cinquanta euro. I tre agenti dovranno rispondere di alcuni episodi di concussione consumata e tentata, mentre per uno dei tre è stata avanzata anche l'ipotesi di rapina per aver sottratto con la forza ad una delle prostitute il telefono cellulare e ottanta euro in contanti. Sono state le stesse «lucciole» sottoposte alla singolare forma di «gabella» in natura ad indicare il numero della targa dell'auto della polizia provinciale che si fermava dove «passeggiavano» ai carabinieri. Così, nel corso dell'indagine, i militari sono riusciti a risalire ai tre responsabili, verificando anche i loro orari di servizio. Verifiche incrociate che hanno incastrato, fino a prova contraria, il terzetto. Non solo. Almeno in un'occasione due degli agenti poi sottoposti alla misura cautelare avrebbero costretto un cliente delle prostitute a consegnare loro 200 euro sempre per poter evitare la multa che avrebbero dovuto comminare. Secondo il gip, le denuncianti e le ricognizioni fotografiche da loro effettuate, sono «affidabili», tra l'altro, perché «va escluso con certezza qualsiasi intento di reazione di reazione o vendetta esercitato all'indomani dell'entrata in vigore dell'ordinanza del sindaco di Roma che inibiva taluni comportamenti alle prostitute di strada. Sul punto non può sottacersi che dalle indagini non risulta affidato al personale della polizia provinciale alcun incarico in tal senso». Sussiste, infine, il pericolo di reiterazione del reato, «avuto riguardo alla spregiudicata intraprendenza criminale che ha ispirato tali condotte e in particolare al fatto che gli indagati, in servizio e quindi in divisa, a bordo di auto d'istituto, non hanno esitato ad avvicinare le meretrici in strada, facendo mercimonio delle proprie funzioni per conseguire vantaggio personali, nonché avvilendo l'immagine delle pubbliche istituzioni da esse rappresentata». All'operazione ha collaborato anche il comandante della Provinciale Luca Odevaine. Gli agenti sono stati cautelativamente sospesi dal servizio.

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