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Restauro finito da due anni ma l'Aula gotica resta chiusa

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Siamoall'inizio della nuova stagione ma il pubblico dovrà attendere. Il restauro della sala è terminato da oltre due anni. Purtroppo in questi mesi non è stato allestito, come pianificato, il percorso protetto che, con un'entrata autonoma dall'esterno dell'edificio, garantisca e tuteli la clausura delle suore che abitano nella stessa ala del convento e, stando alle loro rigide regole, non possono venire in contatto con altre persone. L'Aula gotica è un vero gioiello dell'arte romana del XIII secolo: 350 metri quadri di dipinti sono sopravvissuti su una originaria superficie di circa 850 metri quadri. La sala è costituita da due ambienti coperti da volte a crociera, caso unico a Roma e divisi da un'arcata ogivale. Si tratta di una sala di notevoli dimensioni (lunghezza 17.30 m - larghezza 9.20 - m altezza 11.50 m) il cui uso certo ci è ignoto, anche se è stata avanzata una ipotesi che possa essere stata utilizzata per amministrare la Giustizia. Al momento della presentazione agli studiosi degli affreschi restaurati, avvenuta nel novembre del 1996, venne definita «la Cappella Sistina del 1200» per la bellezza dei colori e la completezza dei soggetti rappresentati. Nello spazio vengono raffigurati sullo stesso piano alcuni momenti essenziali della vita dell'uomo e virtù da perseguire, in un susseguirsi di bellissime scene. Nella campata meridionale, infatti, troviamo i dodici mesi dell'anno, i vizi, le arti, le stagioni con i venti, un paesaggio marino, lo zodiaco e le costellazioni. Nella campata settentrionale è affrescato il re Salomone circondato dalle virtù in abiti militari ma senza armi. Nel registro superiore troviamo le immagini di Mitra, due figure allegoriche, il sole e la luna. Un ricchissimo apparato di iscrizioni correda gli affreschi a mo' di cornice in un intreccio che fonde le immagini dipinte con la scrittura. La fortunosa scoperta avvenne nel 1989, Grazie all'intuizione di Andreina Draghi che aveva assunto il compito di restaurare il salone e decise di far fare sulle anonime pareti dei tasselli di descialbo. Dai primi saggi venne confermata la presenza di antiche pitture murali. Solo dopo qualche anno giunsero i finanziamenti dal ministero di Beni culturali necessari per effettuare i lavori di recupero degli affreschi. Grande fu la sorpresa quando la restauratrice Francesca Matera, dopo aver rimosso ben sette strati di scialbo, vide emergere gli affreschi di scuola romana realizzati tra il 1240 ed il decennio successivo. Data storica dunque, quella del ritrovamento che le Monache agostiniane nelle loro «Cronache» testualmente scrivono: «23-7-1996. Dai saggi del Salone è comparsa una pittura rappresentante il mese di Agosto». Da allora son serviti circa nove anni di lavoro durissimo e tutta l'esperienza della restauratrice Francesca Matera per riportare alla luce gli splendidi colori e le immagini della grande sala. E siamo giunti al dicembre del 2006 quando l'allora ministro ai Beni culturali, Francesco Rutelli dichiarò il fine lavori rimandando l'apertura al pubblico al marzo 2009. Ma ad oggi i lavori per la realizzazione della porta esterna all'edificio e il percorso interno per raggiungere la Sala gotica non sono ancora iniziati. Da una nostra indagine, l'onere della realizzazione risulta non essere di competenza dei Beni culturali ma dell'A.p.s.a. (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica), un organo del Vaticano al quale ci siamo inutilmente rivolti per avere notizie in merito. Ed è un vero peccato non poter godere della magnificenza di questo ciclo di affreschi. La sua visione avrebbe certamente contribuito ad arricchire il dibattito sui contenuti della pittura romana del duecento, risvegliato dalla mostra su Giotto, in corso in questi giorni a Roma nelle sale del Vittoriano.

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