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Abiti sequestrati, dono alla Caritas

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Bensessantamila capi d'abbigliamento saranno messi a disposizione delle persone più bisognose. Una montagna di felpe, pantaloni, maglioni e magliette sarà donata alla Caritas che poi si occuperà di far arrivare gli indumenti a chi non si può permettere neanche un pasto al giorno. Una decisione che è stata presa dai giudici della decima sezione del Tribunale, che ha condannato i componenti di un'organizzazione dedita alla vendita di capi d'abbigliamento contraffatti, provenienti dalla Romania. Il Tribunale ha infatti emesso otto condanne che vanno dai tre anni e quattro mesi a sei mesi. La banda è stata arrestata nel 2003, quando distribuiva e commercializzava abiti «taroccati», che venivano venduti anche sui banchi di via Sannio, a San Giovanni, e in un centro moda che si trova a Ladispoli. La magistratura ha inoltre stabilito un risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 50 mila euro alle parti civili: Lonsdale e Prada spa. Ai capi d'abbigliamento, prima di essere distribuiti dalla Caritas a chi ne ha bisogno, saranno tolti i marchi contraffatti. All'imputato considerato a capo della banda, Luigi B., di 61 anni, è stata inflitta la pena più alta e non gli è stata concessa la sospensione condizionale della pena: condannato anche il figlio Daniele. Adesso gli abiti con griffe delle case di moda contraffatte, che alla banda portavano guadagni per migliaia e migliaia di euro, aiuteranno invece i più bisognosi.

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