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Contro il traffico basta semafori Meglio rotatorie o sottopassaggi

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Mapiù traffico significa, purtroppo, anche più incidenti stradali, spesso mortali (la maggior parte dei quali proprio nei centri urbani ed in corrispondenza di incroci). Il problema c'è. È diffuso ed è percepito come uno dei primi dopo la sicurezza: dunque va risolto. Come? Con grandi opere, certo: pensando a Roma, dove la grande viabilità è costituita quasi soltanto dalla Cristoforo Colombo e dal Grande raccordo anulare, è facile comprendere come di opere importanti ci sia un estremo bisogno. Ma è urgente pensare anche ad un programma di «piccole opere»: creare svincoli, allargare ponti e sottovia, ampliare dove possibile le stesse carreggiate e soprattutto sostituire gli incroci con rotatorie o sottopassaggi. Proprio sugli incroci a raso si può combattere e vincere una battaglia non solo contro il traffico ma anche per la vita: le statistiche dimostrano infatti che sostituendo gli incroci (e quindi eliminando i semafori) con le rotatorie è possibile diminuire gli incidenti mortali di ben il novanta per cento. Lo sanno bene le amministrazioni del Nord Europa, dove è sempre più raro incontrare un semaforo, e lo sanno bene i sindaci di Comuni italiani del Centro-Nord come Cattolica, che ha celebrato il funerale dell'ultimo semaforo sostituito da una rotatoria. Roma solo oggi sta cominciando a scrollarsi di dosso quindici anni di arretratezza culturale in materia di infrastrutture e viabilità. Pensiamo al Lungotevere: arteria fondamentale di attraversamento della città, costantemente intasata di traffico per la mancata realizzazione di nuovi sottovia (gli attuali risalgono alle Olimpiadi del 1960!). Pensiamo alle consolari, decisive per il pendolarismo: esse dovrebbero costituire percorsi di rapida percorrenza ad alta fluidità, ed invece sono ridotte come l'Aurelia, nella quale in 800 metri di percorso insistono ben 13 semafori (e altri due per attraversamenti pedonali sono stati messi in cantiere). Pensiamo alla Cristoforo Colombo, dove ogni giorno - sabato e domenica inclusi - migliaia di romani si chiedono, fermi ai semafori degli incroci principali, perché mai nessuno intervenga con due semplici sottopassi alla risoluzione del problema. Proprio le consolari, e le arterie come la Colombo, sono invece uno dei primi nodi di traffico da sciogliere: strategiche per i collegamenti con l'hinterland, sempre più popolato e quindi generatore di flussi pendolari crescenti, le consolari non sono quasi mai state ottimizzate per sostenere il nuovo traffico urbano e sopportano, quasi sempre con una sola corsia per senso di marcia, milioni di percorrenze ogni giorno. L'invito va quindi al dinamico sindaco Alemanno e ai suoi validissimi assessori a ridare una speranza di mobilità ai romani. Oltre che con le grandi opere come metropolitana e secondo Gra, si intervenga con una strategia di «piccole opere» su quei nodi di traffico fondamentali che ogni amministrazione municipale conosce e che sono in gado di risolvere le criticità che angustiano i cittadini. Forza Roma, cancella i tuoi semafori, riempi la città di rotatorie e sottopassi, ridai fluidità al traffico e tempo da vivere ai tuoi cittadini! *Stefano De Lillo Senatore del Pdl

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