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Soros il Federatore: lui chiama e la sinistra risponde, le donazioni che uniscono il "campo largo"

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Alessio Buzzelli
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Nel rissoso, diviso e diseguale "campo largo" della sinistra c’è almeno una cosa che sembra unire tra loro i partiti che-qui il condizionale è d’obbligo - dovrebbero farne parte. Ed è la presenza sullo sfondo, più meno diretta, più o meno palese, della rete internazionale riconducibile al magnate ungherese George Soros alla sua fondazione Open Society. Una rete enorme, internazionale, ricchissima; un vero sistema, economico anzitutto, ma anche valoriale, capace di plasmare la politica progressista mondiale, compresa quella italiana.

Per capire come questo è avvenuto- e continua ad avvenire -basta applicare il vecchio adagio del «follow the money»: la fondazione e sopratutto le sue numerosi propaggini (associazioni, fondazioni e ong legate alla casa madre), finanziano partiti e politici di sinistra. Ad accomunare questi partiti con il miliardario naturalizzato americano c’è di sicuro una precisa Weltanschauung, una visione del mondo che abbiamo ormai imparato a conoscere, fondata su inclusività, cultura woke, decustruzione delle identità, approccio apolide alla politica.

 

Ma come entrano in tutto questo il Pd, Avs, +Europa? Il filo rosso che negli ultimi anni ha legato il centrosinistra italiano con Open Society inizia nel 2022, con la nascita della fondazione «Agenda», fondata dall’ambientalista statunitense Jessica Shearer, figura di spicco nello staff di Obama durante le elezioni del 2008. Ricordate questo nome perché tornerà più volte. «Agenda», la cui mission è quella di «rafforzare il potere politico delle donne e il loro ruolo al servizio della comunità, in quanto fondamenti di una società più giusta e sostenibile», ha altre due co-fondatrici: Rachele Scarpa, giovane deputata del Pd, e Caterina Cerroni, leader dei Giovani Democratici. La fondazione, dopo appena un mese dalla sua nascita (come si legge scorrendo la lista dei «contributi» percepiti dai partiti sul sito "Parlamento.it") riceve una donazione di 800mila euro da un’altra associazione, questa volta svedese, la "Demokrati pluralism Stiftelsen", la cui finalità è di «promuovere società libere sostenendo organizzazioni no profit in Europa». E qui il legame con Soros diventa più palese, perché il Ceo dell’associazione è Daniel Sachs, vicepresidente della Open Society, dunque braccio destro del magnate. Ma le donazioni non si fermano qui: nell’ottobre del 2023 arrivano ad Agenda altri 275mila euro ed esattamente un anno dopo ulteriori 100mila euro.

 

Sia chiaro: tutto legale, tutto corretto, tutto alla luce del sole. Ma qui, come è evidente, ilpunto non è la liceità o la legittimità di donazioni assolutamente a norma di legge. Qui la questione è tutta politica e persino, direbbe qualcuno caro alla sinistra italiana, morale. Perché Agenda avrebbe contribuito economicamente sottoforma di erogazione di servizi nel 2022 all’attività politico-elettorale sia di Scarpa che di Cerroni, cioè le due cofondatrici. Ma anche a quella della deputata Ouidad Bakkali, sempre del Pd e sempre nel 2022. Ancora, la fondazione avrebbe aiutato con consulenze, campagne mediatiche e altri servizi, anche altri deputati del presunto «Campo largo»: Ilaria Cucchi, per esempio, poi eletta a senatrice con Avs, per attività di comunicazione durante la campagna elettorale.

C’è di più. La strategia di «scouting» politico è molto più ampia: nella triangolazione tra le propaggini di Open Society, le fondazioni italiane e la politica, si inserisce un’altra realtà, la Social Changes, agenzia che ha curato la comunicazione di diverse campagne dei dem Usa.

L’Ad di Social Changese è ancoMilioni di euro Questa la donazione ricevuta da Agenda dalla fondazione del vicepresidente di Open Society ra Jessica Shearer (la quale ha sempre smentito legami con Soros, definendoli «falsi e infondati» e negando «qualunque finanziamento») la stessa di Agenda, e ha supportato moltissimi candidati di sinistra in molte tornate elettorali: nel 2020, per esempio, avrebbe sostenuto con campagne di comunicazione e social almeno 20 candidati tra Emilia Romagna, Veneto, Toscana, per un totale d’investimento di oltre 2300mila euro. Tra questi, il Pd dell’allora ticket Bonnaccini-Schlein, all’epoca ancora semplice astro nascente del progressismo nostrano. Tra , tra i beneficiari nel 2022 ci sarebbe stato–tra gli altri anche il segretario di Sinistra italiana e deputato di Avs Nicola Fratoianni. E infine pure due alti papaveri di +Europa, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, con 312mila euro ciscuno, i quali però hanno quantomeno sempre rivendicato il finanziamento ricevuto. Ancora una volta: tutto legale, tutto lecito. A stupire è il metodo: non sono i politici a cercare sostegno, ma le fondazioni ad individuare, selezionare e proporre sostegno ai vari candidati. Ovvero a scegliere tempi, modi, personaggi e persino programmi nel mazzo della politica progressista italiana. Il che se non fa di Soros il «Grande vecchio» della sinistra, di sicuro lo rende il vero «federatore» di questo altrimenti sgangherato "campo largo".

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