Centrosinistra verso le primarie? Le Regionali riaccendono il duello Schlein–Conte
La vittoria in Puglia e Campania, insieme al risultato di Giovanni Manildo nella “mission impossible” veneta, dà al centrosinistra motivo di soddisfazione: il conteggio complessivo delle regioni passa da 9-4 a 7-6 per il centrodestra, come evidenzia il responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi. Nel suo pallottoliere rientrano non solo le regioni andate al voto quest’autunno — Marche, Calabria, Toscana, Puglia, Campania e Veneto — ma anche quelle dell’anno scorso: Liguria, Umbria e Sardegna. A ciò si aggiunge il circa 30% ottenuto da Manildo in Veneto, raddoppio del risultato del centrosinistra rispetto ai cinque anni precedenti. Numeri che spingono Elly Schlein a togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Giorgia Meloni oggi ha ben poco da festeggiare e ha ben poco da saltare”, ha detto, riferendosi al comizio finale del centrodestra in cui la premier saltava al ritmo di “chi non salta comunista è”.
Regionali in archivio, per il centrodestra si apre subito il cantiere della nuova legge elettorale
Il M5S si gode la vittoria del suo candidato in Campania: Giuseppe Conte ringrazia “tutte le forze di coalizione” e sottolinea come la guida di Roberto Fico rappresenti “un impegno collettivo” che fa ben sperare anche per il futuro. Per il Movimento, aggiunge, “è una grande soddisfazione: portiamo a casa una doppietta storica”, dopo la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna e ora quella di Fico in Campania. Ma, al di là della comprensibile euforia, i successi in Campania e Puglia — ampiamente previsti — riaprono una serie di questioni interne alla coalizione e allo stesso Pd.
Sondaggio Mentana, doccia fredda a sinistra nel giorno delle Regionali: dove vola Meloni
I dem restano il primo partito della coalizione e possono per ora rivendicare il ruolo di perno dell’alternativa di governo. Tuttavia, molto dipenderà dalla legge elettorale. Con le regole attuali, il ruolo del Pd è indiscutibile. Ma se la legge venisse modificata in senso proporzionale o prevedesse l’indicazione del premier sulla scheda elettorale, si aprirebbe inevitabilmente la strada alle primarie di coalizione. In uno scenario del genere, la sfida fra Schlein e Conte sarebbe del tutto aperta.
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