Panico a sinistra in Campania. Roberto Fico convince sempre meno
Tecnicamente si chiama effetto Pigmalione, in pratica una profezia che si autoavvera. E che diventa realtà. Una sorta di leggenda popolare: bastava ascoltare le confidenze strappate in Transatlantico o spostarsi a Napoli e origliare le conversazioni al Caffè Gambrinus: «Roberto Fico è in difficoltà», «Il feeling non scatta, non c’è niente da fare», «La campagna elettorale non decolla», «Le categorie gli voltano le spalle». Certo, hanno inciso mesi e mesi di contumelie, le sparate di Vincenzo De Luca: «Basta scemenze e demagogia», l’oggettivo scarso radicamento dell’ex presidente della Camera, cresciuto a Posillipo ma sconosciuto nelle altre province. O anche i cosiddetti impresentabili spuntati come funghi in liste, che secondo Fico, sarebbero state pulite. Da ieri, oltre ai boatos sono arrivati i sondaggi dell’Istituto Noto che fotografano una partita sorprendentemente aperta. Il frontman del campo larghissimo è fermo al 52%, il viceministro Edmondo Cirielli del centrodestra al 45%. Solo sette punti di distacco, tali da rendere le prossime settimane un paurosissimo thriller da prima serata.
Conferma e riduce di mezzo punto un’altra rilevazione della Dire-Tecné: Fico dal 49 al 53%, Cirielli dal 42,5 al 46,5%. Un distacco di 6,5 punti. Quanto basta per diffondere il terrore, che arriva fino ai quartieri generali del campo largo a Roma. I focolai di tensione attraversano entrambi i partiti. Il Pd ne ha ben due: l’area che ha mal digerito il trattamento inferto al presidente uscente e, al suo opposto, coloro che hanno contestato le mediazioni delle ultime settimane. La situazione non è più rosea a casa dell’ex premier: una sconfitta di Fico (o anche una vittoria stentata) suonerebbe come un riconoscimento delle ragioni di chi lamenta un rapporto troppo stretto con il Pd. Naturalmente il centrodestra inizia a sperare in un anticipo del miracolo di San Gennaro. Dice il vicesegretario di Forza Italia Stefano Benigni: «Fico non rappresenta il cambiamento ma l’immobilismo, il disfattismo e il giustizialismo dei Cinque Stelle». Contemporaneamente cresce l’onda dei candidati «impresentabili» ospitati da tutti i partiti di sinistra: sarebbero sedici. Con alcuni casi eclatanti, a partire da quello che riguarda Enzo Del Prete, ex sindaco di Frattamaggiore e padre dell’attuale primo cittadino. Il Comune fu sciolto per mafia nel 2002, proprio quando alla guida c’era l’attuale candidato nella lista "A testa alta", che colleziona altre sei situazioni "grigie", tra cui Luca Cascone, plenipotenziario del governatore uscente, alle prese con un’indagine per turbativa d’asta. Stessa lista altro caso, quello del presidente uscente del consiglio regionale, Gennaro Oliviero. Originario di Sessa Aurunca, all’epoca esponente del Pd, fu al centro del caso tessere gonfiate e sospeso dal partito, che non glifece rinnovare l’adesione. Altra situazione per Rossella Casillo, moglie di Pietro Scotti, nipote di Pasquale Scotti, il boss della Nuova Camorra Organizzata che tutti chiamavano Pasqualino o’ collier.
Non è esente il Pd, che ha in lista Franco Picarone, il potente ex presidente della commissione Bilancio, indagato per i maxi appalti nella sanità campana: potrebbe finire sotto processo. E Salvatore Madonna, da sempre vicino all’eurodeputato Lello Topo, che nel 2018 patteggiò sei mesi per aver inserito candidati a loro insaputa alle comunali del 2016.
Spazio alla lista "Avanti", messa in campo dal PSI, un candidato è l’ex azionista Giuseppe Sommese, è figlio di Pasquale, condannato a sette anni nel 2024 per episodi di corruzione. Nella lista "Noi Centro–Noi Sud" spicca l’ex sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa, sul cui capo pende una condanna penale del Tribunale di Napoli Nord a tre anni per falso in atto pubblico. Chiacchierata anche la candidatura di Veria Ponticiello, moglie di Salvatore Sannino, l’ex sindaco di Casavatore. L’amministratore fu arrestato per falso e truffa aggravata, in pratica insieme ad altri fatturava prestazioni sanitarie fisioterapiche mai effettuate. E Giuseppe Barra, ex sindaco di Cardito, arrestato nel 2007 per guida in stato di ebbrezza, violenza, minacce, resistenza e ingiurie a pubblico ufficiale. Fermato dai Carabinieri, disse: «Sono amico di Mastella, sono il più potente di Napoli». Insomma, alla faccia delle "liste pulite". E in serata arriva un’altra grana. Il senatore di FdI Sergio Rastrelli annuncia un’interrogazione urgente al ministro Crosetto sul fenomeno degli ormeggi illegali nelle acque del porto militare di Nisida per capire se anche Fico, «un tempo inflessibile custode della moralità pubblica, vi possa aver più volte ormeggiato una sua imbarcazione abusivamente e senza titolo».
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto