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Fiano torna a Venezia “scortato” dalla Bernini. Pesa l'assenza di Schlein. E il silenzio di M5S e Avs

Foto: Ansa

Aldo Rosati
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Otto giorni dopo il fattaccio, l’ex parlamentare dem, Emanuele Fiano, oggi torna a Ca’Foscari (11:30, aula Baratto) con la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Lunedì scorso il presidente di Sinistra per Israele fu brutalmente interrotto da un gruppo di “giovani comunisti” (militanti del collettivo Sumud) che imposero il loro diktat: «Qui gli ebrei non parlano, non vogliamo sionisti». Dal fondo dell’aula, raccontò l’esponente Pd «alcuni ragazzi emularono il gesto della P38». Un (brutto) episodio che ha aperto un aspro dibattito a sinistra: «Fermiamo l’avanzata dell’antisemitismo», dissero subito gli amici di Fiano, un dem moderato, che non ha mai sostenuto il governo di Benjamin Netanyahu. Un invito alla cautela, non trasformiamo tutto in una Flotilla, attenti alla caccia all’ebreo, che rischiamo in qualche modo di incoraggiare, il messaggio partito dal gruppo di dissidenti, preoccupati dal clima che si sta diffondendo. D’altra parte sono ormai troppi i casi di intolleranza che sono finiti nelle pagine di cronaca: dagli striscioni che inneggiano ad Hamas, alla cacciata della brigata ebraica dalle manifestazioni ufficiali, con ripetute aspre contestazioni a giornalisti non allineati.

 

 

Da qui la speranza: «Elly Schlein si presenti a Venezia con lui, fermi questa deriva, non diamo spazio all’antisemitismo». La segretaria in realtà ci era andata cauta dall’inizio, telefonò all’ex parlamentare, senza lasciare traccia della sua solidarietà in pubblico. Della serie non facciamolo sapere troppo in giro. Un atteggiamento peraltro condiviso da M5S ed Avs, che pubblicamente non condannarono il gesto degli attivisti. L’idea di andare in laguna con il presidente di Sinistra per Israele in pratica non viene presa in considerazione, il cuore del Nazareno batte inequivocabilmente per la causa ProPal, non possiamo contraddirci. Così oggi sarà la ministra azzurra Bernini ad accompagnare Fiano all’Università, «L'università deve restare il luogo del confronto e dell'apertura, non della polemica o della contrapposizione», commenta. «Non voglio fare polemica ha concluso la ministra - ma consentire a tutti di esprimere la propria opinione, indipendentemente dalla natura dell'opinione stessa, con un solo limite: nessuna violenza, né fisica né verbale».

 

 

Un intento sostenuto anche dalla rettrice di Ca' Foscari di Venezia, Tiziana Lippiello: «È un momento importante per riaffermare il valore del dialogo e del rispetto reciproco all'interno dell'università, che deve restare un luogo di confronto aperto e civile». Con le necessarie misure di sicurezza «in coordinamento con la Prefettura». Riccardo Pacifici, ex capo della comunità ebraica romana, oggi vice presidente del European Jewish association, prova a leggere i fatti: «Ci sono giovani che pensano che le ingiustizie del Medio Oriente abbiano solo una colpa». «Li comprendo perché sono imbottiti di fake news, sono alimentati da gente che li strumentalizza», conclude Pacifici. E a sinistra continua il gelo verso Israele. Tanto più che il cessate il fuoco a Gaza si è raggiunto grazie ad un accordo di pace messo sul tavolo da Donald Trump. Un’accoppiata ingestibile per il campo largo che preferisce continuare a soffiare sul fuoco. E a boicottare le manifestazioni di sostegno per Israele. Lo si è visto a Roma in piazza Santi Apostoli, al raduno organizzato dall’associazione Sette Ottobre. Pochi gli esponenti dem presenti in piazza, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, i sostenitori del gruppo di Emanuele Fiano. E ancora meno i parlamentari che predicano prudenza: Piero Fassino, Filippo Sensi, Lia Quartapelle. Lui, il diretto interessato, a caldo usò parole inequivocabili: «Anche a mio padre (un sopravvissuto della Shoah) a scuola fu impedito di parlare». Oggi ci riprova, “scortato” dalla ministra Anna Maria Bernini.

 

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