Elezioni regionali, la doppia sconfitta pesa su Schlein. Meno voti insieme a Conte
Mamma mia che botta. E dire che il paziente era uscito dal voto delle Marche sotto osservazione, già molto indebolito. La valanga che travolge il campo largo in Calabria ha però qualcosa di memorabile. Non tanto per il risultato, che non è mai stato realmente in discussione, quanto per le dimensioni, che assumono tratti a suo modo epici. Sono venti i punti di distacco tra il governatore uscente e rientrante, Francesco Occhiuto e il padre del reddito di cittadinanza, Pasquale Tridico. Cade l’ultimo velo di ipocrisia, il riserbo dei «parenti»: la malattia diventa conclamata. Il pomeriggio calabrese seppellisce le scuse, i distinguo, i ritardi, le complicazioni: il collettivo messo insieme da Elly Schlein e Giuseppe Conte esala gli ultimi respiri. La diagnosi è spietata: la coalizione non ha un leader, è solo un cartello elettorale, non riesce a intercettare le piazze, è divisa su molte questioni importanti. Una crisi senza via d’uscita. Non un voto in più, casomai qualcuno in meno rispetto al passato. Segno eloquente di un matrimonio che non funziona.
La Calabria resta al centrodestra. Occhiuto surclassa Tridico: "Il campo largo è finito"
Ci mette la faccia il pompiere delle ultime rovine, Igor Taruffi: «Faremo i conti alla fine delle regionali». Appare molto più sollevato lo sconfitto del giorno, l’economista del M5S Pasquale Tridico: «Grande delusione, continuerò a lavorare per la Calabria». Probabilmente dal Parlamento europeo, a distanza di sicurezza. Il peso della doppia sconfitta (Marche e Calabria) ricade prevalentemente su Elly Schlein, la segretaria che aveva caricato a mille la contesa delle regionali d’autunno. «Essere testardamente unitari» non è servito a nulla. «La sua agenda è del tutto virtuale, non sfonda», malignano dalla minoranza.
Sondaggio Mentana, altra mazzata per Conte e Schlein. FdI mai così in alto
Il disastro che ha travolto il suo eurodeputato chiama pesantemente in causa anche il leader 5 Stelle, Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio è costretto a prendere atto di un fatto che si ripete a ogni turno elettorale: il sodalizio con il Nazareno indebolisce il patrimonio elettorale dei pentastellati. Infierisce Arturo Parisi, lo storico braccio destro di Romano Prodi, che scrive su X ciò che in molti pensano a sinistra: «Marche e Calabria dicono che al momento non c’è un’alternativa». Le stesse parole che aveva usato Paolo Gentiloni. Il tempo stringe, in corsia già si pensa a chiudere la luce.
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