Milano, la Lega: "Disastro politico. Restituiamo la parola ai cittadini"
L'inchiesta sull'urbanistica che sta scuotendo Milano è solo la miccia che rischia di far saltare il posto di Beppe Sala alla guida della città ed è per questo che la Lega, appresa la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati del primo cittadino, chiede di ridare la parola a chi vive i disagi e le difficoltà del capoluogo lombardo. A spiegare questa presa di posizione è il Carroccio stesso in una nota. Il partito guidato da Matteo Salvini, si apprende, "non chiede le dimissioni del Sindaco e della Giunta di Milano per le vicende giudiziarie (seppur gravi) che stanno emergendo in questi giorni" perché "a differenza della sinistra" si dice "garantista" e ricorda che "nessuno può essere dichiarato colpevole in base ad articoli di giornale o inchieste appena agli inizi, ma solo in caso di condanna definitiva".
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La richiesta di dimissioni, piuttosto, scaturisce dalla cattiva gestione della città. Innalzato a modello di efficienza e modernità, il capoluogo lombardo è in balia ormai da troppo tempo della criminalità ed è inchiodato rispetto all'emergenza sicurezza e al problema della radicalizzazione islamica. Milano, sottolinea la Lega, "è da tempo bloccata, da tutti i punti di vista: è sempre più difficile lavorare, investire, produrre, programmare, camminare tranquilli per strada". Un disastro, questo, "tutto politico e amministrativo". Ecco perché, secondo il Carroccio, bisogna tornare alle urne: "Milano merita di meglio, restituiamo parola e sovranità ai cittadini. La Lega è pronta a prendersi le proprie responsabilità per tornare a garantire fiducia, serenità, sviluppo e buona amministrazione alla città".
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