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Vannacci, l'intervista: “Solo noi sovranisti possiamo avere influenza sulla realtà. Chi mi insulta vuole visibilità”

Christian Campigli
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«Un ignoto che allude a Roberto Vannacci e finisce in prima pagina. Sono lusingato. Sono diventato un metro e un punto di riferimento non solo per la sinistra, che mi ha pagato la campagna elettorale alle europee, ma anche per Forza Italia». È tagliente come un rasoio affilatola replica dell’europarlamentare della Lega alle parole del segretario dei Giovani del movimento fondato da Silvio Berlusconi, che l’ha definito «codardo».

Che pensa di Simone Leoni, un attacco personale o ritiene che le posizioni di FI siano inconciliabili con la sua?
«Leoni? Non lo conosco. Gli unici Leoni che conosco sono quelli di El Alamein e di San Marco. Se si riferisce al giovincello di Forza Italia e alle sue strampalate polemiche sul mio conto non ho repliche da fornire. Un altro, dopo Maurizio Gasparri, che per darsi un tono e cercare un po’ di notorietà fa riferimento a me. Pensi, se non mi avesse tirato in ballo nel suo intervento il suo discorso e la sua immagine sarebbero state totalmente sconosciute e anonime. Infatti, del suo discorso nessuno sa niente se non quel breve intervallo in cui parla di me».

Venerdì c'è stato un autentico bagno di folla a Firenze. Si aspettava un riscontro del genere?
«Il bagno di folla visto a Firenze è stato splendido. Non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso che ci porterà lontano. La gente è affamata di normalità, di buonsenso, di politiche che mettano al centro la famiglia naturale, la sicurezza, l'identità culturale e i valori che hanno fatto grande la nostra nazione. Gli italiani si riscoprono tradizionalisti e si stringono attorno a chi sostiene la loro identità e, soprattutto, a chi vuole perseguire maggiore benessere, ricchezza, prosperità e sviluppo».

 



Come si sta trovando nel suo nuovo ruolo di vicesegretario?
«È un incarico che ho accettato con grande senso di responsabilità, consapevole dell'importanza che riveste all'interno del partito e nel panorama politico italiano. Le regionali saranno un percorso nel quale ce la metteremo tutta per ottenere il miglior risultato. La Lega non arretra di fronte alle difficoltà, anzi, le sfide più complesse non fanno altro che rafforzare il nostro spirito combattivo e la nostra determinazione. Se non fosse una prova difficile, non ci piacerebbe».

Per mesi si è parlato del suo movimento, ora di un partito dei patrioti. Qual è il futuro di Vannacci?
«Il mio futuro è chiaro: raddrizzare questo mondo sottosopra. La Lega è l’unico partito sovranista italiano che sia in grado di avere una influenza sulla realtà. A urlare dagli spalti sono capaci tutti ma senza i propri rappresentanti a Bruxelles, a Montecitorio, nei consigli regionali e comunali non si conclude nulla, anzi, le urla producono rumore inutile e infastidiscono chi lavora. Vado avanti con determinazione, insieme a tutte quelle persone che mi affiancano, che hanno fiducia in me e che credono nella mia idea di futuro. Qui si potrebbe lanciare il termine "leghista per Vannacci": tutti coloro che accettano i miei valori, i miei ideali, le mie idee, si ritrovano nella Lega e, insieme alla Lega, raddrizzeremo questo mondo sottosopra».

 



L’addio di Fabio Filomeni è stato doloroso?
«È stata una separazione inaspettata, devo dire molto sofferta da parte mia. Tuttavia, questo fa parte delle dinamiche politiche: ognuno va avanti per la propria strada. Io la mia non l'ho cambiata di un millimetro, sono rimasto coerente con i miei valori e i miei principi e mi sono rifiutato di tradire chi mi ha offerto l’opportunità di entrare nel mondo politico. Evidentemente Fabio Filomeni, o aveva capito male dall'inizio, oppure si è reso conto tardi di quelli che erano i miei obiettivi e i miei traguardi finali. Continuo a seguire Filomeni e noto che continua a fare molto spesso aperta allusione a me e alla Lega. Non so perché lo faccia, forse perché ha ancora bisogno di avere dei riferimenti o forse per giustificare le sue scelte. Auguro a Fabio le migliori fortune e, soprattutto, un percorso autonomo e indipendente e che non abbia costante necessità di riferirsi ad altri».

Leghisti del Nord: si è parlato di una mancanza di feeling nei suoi confronti. È così?
«Come al solito è una certa stampa che cerca di mettere in risalto ipotetiche divisioni o ipotetici malcontenti. Io non ne ho trovati; sono stato recentemente in Friuli e in Veneto e ho sempre riscontrato grandissima condivisione ed entusiasmo. Posso assicurare che in tutto il Nord, dalle Marittime alle Giulie, ho trovato persone pronte a seguirmi in questo percorso».

 

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