
Foibe, Renzi e il ricordo per “abbattere il muro del silenzio su una vera e propria pulizia etnica”

Matteo Renzi non ha paura, come hanno fatto per giorni anche quest’anno molti esponenti dell’opposizione, di mandare un messaggio per il Giorno del Ricordo. “Uccisi, torturati, infoibati, costretti all’esilio, solo perché italiani. Tornati in Patria, costretti a subire la diffidenza e poi anni di silenzio, vittime sacrificate sull’altare degli equilibri geopolitici. Coltivare la memoria significa, ogni 10 febbraio, abbattere il muro del silenzio su quella che fu una vera e propria pulizia etnica. La storia non può e non deve essere cancellata ma studiata, raccontata per un presente e un futuro consapevoli”, le parole del leader di Italia Viva sui propri social in merito alla data scelta per ricordare i martiri delle Foibe.
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Anche Enrico Borghi, presidente del gruppo Italia Viva-Il Centro-Renew Europe, a margine di una manifestazione sul Giorno del Ricordo a Domodossola alla quale ha presenziato, non si è nascosto nel ricordo: “Quando il nazionalismo si intreccia con l’ideologia totalitaria, nella Storia si producono i mostri. È quello che accadde nell’Italia orientale negli anni ’40 del secolo scorso e che produsse il dramma delle foibe e l’ingiustizia dell’esodo istriano, giuliano e dalmata. È indispensabile - ha sottolineato - che le giovani generazioni sappiano e conoscano questa che il Presidente Mattarella giustamente definì una ‘pagina strappata’ della nostra Storia contemporanea, perché solo dalla conoscenza e dalla coscienza formata possono giungere gli anticorpi per evitare che tragedie simili di pulizia etnica e di odio insensato abbiano a ripetersi”.
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