
Tornado Vannacci sul Veneto: "Mai detto che mi candido ma non lo escludo neanche"

Il generale a Venezia chiude al terzo mandato per Zaia: «È tardi». Ma assicura sintonia con la Lega
Ci sono politici che seguono la corrente, politici che provano ad andare (spesso con risultati disastrosi) controcorrente e politici che la corrente la creano. Dal nulla. Con una mezza frase, un movimento della testa, una maglietta indossata. Indipendentemente dal giudizio che si possa avere dell'uomo o delle sue idee, nessun osservatore dotato di un minimo di acume e di onestà intellettuale può negare come Roberto Vannacci appartenga, senza ombra di dubbio,al terzo gruppo sopracitato. È bastato infatti un viaggio e un paio di concetti per sollevare un polverone sul Veneto, sulle prossime elezioni regionali, sugli assetti del centrodestra e sul tema più caldo sulla Laguna, il terzo mandato ai governatori e ai sindaci.
La cronaca racconta come l’uomo dalle cinque stelle sia andato a Venezia sabato pomeriggio, in uno degli angoli d’Italia dove, alle recenti elezioni europee, il rappresentante della Lega ha incassato maggiori consensi. «Come esponente del Carroccio e personalità politica, ho preso 142 mila preferenze a Nordest, 72 mila in Veneto, qui molte per sone mi incitano ad andare avanti». Fin qui, il messaggio è stato chiaro, trasparente, persino sibillino. Ma in questa fase, a Verona come a Bel luno, la tensione politica si ta glia con un grissino. Perché Salvini ha più volte ribadito l’importanza simbolica (oltreché pratica, visto la quantità di Pil prodotto) che quel terri torio racchiude per il suo partito. E che la vicenda terzo mandato (e quindi ricandidabilità di Luca Zaia) sia ancora un tema sul quale discutere con gli alleati di centrodestra. Quella frase ha sollevato un vespaio di polemiche, perché non è stata esclusa la possibili tà possa esserci una lista Van nacci, magari schierata al fianco della Lega, alle prossime regionali, ma in modo autonomo. Un’ipotesi che, inutile girarci intorno, cambierebbe in un amen tutto lo scenario dell'interno centrodestra. Perché Vannacci è uno di quei politici che catalizza su di sé l’attenzione dei media e degli elettori.
«In Veneto abbiamo grandi progetti. Una lista alle Regionali? Non lo sappiamo ancora, ma Vannacci ci sarà, e cercheremo di ottenere il massimo risultato in questo territorio. Come? Lo vedremo. Ma non lo dico ora, non vorrei togliere l’effetto sorpresa. Ne parleremo, assieme alla Lega, scegliendo la strategia migliore. Se il centrodestra va compatto siamo una piccola parte, ma se la Lega va da sola noi siamo strategici». Vannacci ha poi toccato un tasto delicatissimo: la questione terzo mandato: «L’elettore ha sempre ragione, il problema dei mandati non si dovrebbe porre. Ma qualcuno ha posto delle regole, e visto che mi piace il rispetto delle regole, quando ce ne sono vanno rispettate. Oppure, le avrebbero dovute cambiare in tempi non sospetti. Farlo a ridosso delle elezioni sembra sempre un provvedimento ad personam. E farlo per tutti, non solo per i casi eccezionali».
Una posizione che, i più maliziosi, hanno voluto vedere come una sorta di attacco personale a Zaia e, indirettamente, a Salvini. Ieri pomeriggio, incuriositi dalle ricostruzioni di questo turbolento sabato pomeriggio, abbiamo contattato telefonicamente Roberto Vannacci. Per capire cosa ci fosse di vero, se stesse effettivamente preparando un nuovo partito, se in Veneto si presenterà con un proprio simbolo e se sarà lui, in prima persona, a scendere in campo. «No, mai detto che mi sarei candidato, ma non l’ho neanche escluso. Ho detto che ci saremo con la Lega e che sceglieremo la strategia più opportuna per raggiungere il miglior risultato». Un tornado, quello di Vannacci, che sarà decisivo alle prossime elezioni in Veneto. Dalle retrovie o in prima persona, in base alla tattica giudicata più efficace per giungere alla vittoria.
Dai blog

Pokerissimo Lazio al Monza


Prova di forza della Lazio


"La cultura woke è pericolosa". La verità di Enrico Ruggeri
