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Musk, Vannacci: "Ma quale gesto fascista, era un modo per coinvolgere la folla"

Christian Campigli
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«Abituiamoci: qualsiasi cosa diranno o faranno Trump, Musk e Vance sarà scrutinata e analizzata nei minimi particolari, per trovare un qualsiasi dettaglio, insignificante che sia, che possa rievocare Hitler o Mussolini. Qua in Italia lo sappiamo: la sinistra vive solo di questo». Roberto Vannacci chiude così la polemica del giorno e profetizza, per l'universo progressista, quattro anni di rosicamento puro. La sinistra è impazzita per il gesto di Elon Musk.

Era un saluto romano?

«Dopo essersi portato la mano al cuore, Musk tende il braccio verso il pubblico e, molto sinceramente, non ho mai pensato che quello potesse essere il saluto adottato dal nazionalsocialismo e dal fascismo.Mi sembra un modo per coinvolgere l'audience, per suscitare sentimenti e passione: in quei frangenti il linguaggio del corpo è molto più importante, penetrante e diretto delle parole e, probabilmente, nell’esagerare le sue movenze Musk ha potuto dare, solo ai rosiconi, maliziosi e disonesti e a una certa stampa in malafede ,l’impressione d irievocare periodi storici passati».

Trump ha promesso che porrà fine alla guerra in Ucraina. Lei, da esperto di questioni militari, lo giudica uno scenario possibile? E se sì, quali potrebbero essere le condizioni per una buona (ma realistica) pace?

«Me lo auguro dal profondo del cuore. Dopo 3 anni di guerra inconcludente ad un prezzo esorbitante in termini di vite umane, distruzione e tragedia, discutere sul valore della pace è indispensabile.La fine delle ostilità sarebbe una manna anche per l’Europa, visto che le tensioni internazionali si normalizzerebbero e, quasi sicuramente, le valvole del gas dalla Russia verso il vecchio continente si riaprirebbero portando alla riduzione del prezzo dell’energia. Le condizioni per una pace realistica le dovranno negoziare le parti in causa ma non potranno prescindere dalle condizioni che erano state poste dalla Russia a premessa dell’invasione».

 

 

L'elezione di Trump spingerà l'Ue a trovare un suo assetto o sarà l'inizio della fine per il Vecchio Continente?

«Spero che sia una sferzata per l’Europa e per il mondo. Sinceramente se ne stanno già vedendo gli effetti con Zuckerberg che abbandona la verità di stato del fact checking e la censura e molte multinazionali che smettono di finanziare le politiche ideologiche ispirate al dogma Diversità-Uguaglianza-Inclusione. Si tratta di riportare a galla i valori tradizionali che hanno sempre caratterizzato l’Europa come quelli di Patria, di difesa dei confini, di sicurezza, di interessi nazionali, di promozione e supporto della famiglia naturale e della natalità e di perseguimento del benessere».

Lei è stato oggetto di continui attacchi dai radical chic. Vede delle similitudini con la campagna stampa che ha subito Trump?

«Gli attacchi a me e a Trump si assomigliano molto: attaccano la persona, ghettizzandola e togliendole la dignità di interlocutore, la definiscono omofoba, xenofoba, razzista, negazionista. Attaccano quello che dice, trasfigurandolo, travisandolo e falsificandolo; attaccano chi li ascolta definendoli beoti e poveretti».

Cosa le piace e cosa non condivide del programma del neo Presidente degli Usa?

«Il programma segue le direttrici ed i principi di un governo sovranista e lo condivido essenzialmente. Quello che farà la differenza saranno le procedure, i metodi e i tempi per attuarlo, ed è su questo che anche il neo eletto presidente americano si gioca la sua reputazione. Spero non tergiversi e proceda spedito dimostrando al mondo che tutto quello che sino a pochi giorni prima veniva immolato sull’altare della difesa del pianeta e dell’umanità, del politicamente corretto e dei diritti umani, invece, non solo si può fare, ma produce più benessere, più ricchezza e più sviluppo».

 

 

In Toscana si fa un gran parlare di una sua discesa in campo alle prossime elezioni regionali. C'è qualcosa di vero?

«È da vedere e stabilire come e con che modalità, ma ci sarò. Ma che da altre parti non tirino sospiri di sollievo perché ci sarò in Veneto, in Campania, nelle Marche, in Puglia, in Valle d’Aosta e in Sardegna (se dovesse essere confermata la decadenza di Todde, come mi auguro). Nessun dorma».

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