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Puglia sotto accusa per la spesa sanitaria: piano di rientro a rischio

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Bacchettata della Ragioneria di Stato alla Regione Puglia sui costi per le prestazioni erogate dai privati e quelli per i farmaci. Per i tecnici, in sintesi, «serve un maggior controllo a proposito delle prescrizioni».

L’ammonimento è contenuto nell’ultimo rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria pugliese e arriva a oltre un anno dal tentativo della giunta regionale di uscire, dopo 14 anni, dal piano di rientro, con una delibera di dicembre del 2023 che fissava tetti di spesa invalicabili per le Asl e chiudeva i cordoni della borsa anche nei confronti delle cliniche.

Mancate risposte

Una proposta di piano di rientro 2024-2026 fu trasmessa a gennaio 2024, ma alle obiezioni del ministero non è mai stata data risposta. I rilievi della Ragioneria dello Stato sono numerosi. Mancavano i modelli tendenziali e programmatici per gli anni 2025 e 2026, «senza i quali non è possibile effettuare una compiuta istruttoria e valutazione del documento trasmesso».

Il piano di riordino

Un’altra raccomandazione riguarda «l’adozione di adeguate misure per migliorare le coperture vaccinali pediatriche e per antinfluenzale anziano». Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, la stessa Ragioneria è «in attesa di ricevere il piano di riordino della rete ospedaliera, emergenza-urgenza e reti tempo dipendenti» e dei dati di monitoraggio anno 2023, relativi all’attività dei nodi delle reti tempo-dipendenti (cardiologica, ictus e trauma)».

La spesa privata

Dal report del dipartimento che vigila sull’attività finanziaria e contabile degli enti locali emergono anche alcune tendenze. La Puglia, per esempio, è tra le regioni che spendono di più per le prestazioni private. Un quinto della spesa sanitaria totale, il 22%, va a cliniche e studi: più della media nazionale, che è del 20,3 e con un incremento dell’1% rispetto al 2022. Un trend in aumento dopo anni di discesa: nel 2015 era al 23,7.

Tempestività dei pagamenti

Un altro problema riguarda la percentuale di pagamenti effettuati oltre i termini di legge, che resta ancora elevata: nel 2023 sono stati il 24%.

Spesa in aumento

Nel complesso la spesa sanitaria è aumentata fra il 2014 e il 2023, con un incremento nazionale medio del 2% all’anno. La Puglia è passata da 7 a 8,5 miliardi, con un ritmo più accelerato a partire dal 2020. Parallelamente anche il finanziamento della spesa effettiva è aumentato, passando da 7,1 a 8,4 miliardi.

I farmaci

La spesa per i prodotti farmaceutici è aumentata notevolmente, passando dai 618 milioni di euro del 2014 a un miliardo 25mila euro nel 2023. In percentuale è passata dall’8,8% di dieci anni fa al 12%, al di sopra di oltre un punto dalla media nazionale. La Ragioneria raccomanda «un maggior controllo sull’appropriatezza prescrittiva». Tuttavia la spesa convenzionata (in farmacia) è diminuita, riducendosi da 669,5 a 534,9 milioni di euro. In termini percentuali, rispetto al totale della spesa corrente il suo peso è diminuito dal 9,5 al 6,3%. Ma a far lievitare i costi è la spesa farmaceutica diretta, ovvero gli acquisti da parte degli ospedali. E anche su questo fronte i farmacisti stanno cercando di dare una mano: «Noi facciamo anche la distribuzione per conto delle Asl per circa 600 specialità. E nel 2024 abbiamo distribuito 4 milioni e mezzo di confezioni. Questo contribuisce a contenere la spesa. Ma si può fare di più con gare centralizzate»

 

 

 

 

 

 

 

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