
Boccia, la "guerra" agli anchorman: da Signorini a De Filippi tutti nel suo mirino

Si allarga la rosa dei «nemici» di Maria Rosaria Boccia. Dopo aver preso di mira Gennaro Sangiuliano e i suoi collaboratori, giorni fa durante l'intervista a In Onda l’imprenditrice di Pompei ha chiamato in causa la direttrice d'orchestra Beatrice Venezi per un presunto conflitto d’interessi nel suo incarico di consulente del Ministero della Cultura. Venezi ha «dato mandato ai suoi legali a tutela della sua reputazione professionale in ordine alla diffusione di informazioni strumentali e non corrispondenti al vero», e anche l'ex ministro si prepara alla battaglia giudiziaria. Frattanto, dal passato social di Boccia riemerge un’altra delle sue crociate, questa volta avente per bersagli non più ministri o consulenti, bensì alcuni volti notissimi dello spettacolo. Il 7 aprile 2022 condivideva - copiandola in un post ad hoc corredato della foto dei personaggi chiamati in causa, e taggando un’ottantina di persone- la violentissima lettera di un’insegnante. Una lunga invettiva che accusava Barbara D'Urso, Maria De Filippi, Alfonso Signorini e Alessia Marcuzzi «e tutta la schiera della vostra bolgia infernale» di essere «tra i principali responsabili del decadimento culturale del Paese, del suo imbarbarimento sociale, della sua corruzione morale, della destabilizzazione mentale delle nuove generazioni, dell'impoverimento etico dei giovani, della distorsione educativa dei ragazzi».
Nella catilinaria ripresa da Maria Rosaria Boccia, i malcapitati De Filippi, Signorini e così via – c'è anche il tag a Ilary Blasi – vengono definiti «complici e consapevoli promotori di quel perverso processo mediatico che ha inculcato la convinzione di una realizzazione di se stessi basata esclusivamente sull’apparenza, sull’ostentazione della fama, del successo e della bellezza, sulla costante ricerca dell’applauso, sull’approvazione del pubblico, sulla costruzione di ciò che gli altri vogliono e non di ciò che siamo». La missiva di fuoco si conclude augurando ai suddetti personaggi la «fine professionale» e «l’estinzione mediatica, perché solo queste potranno essere e giuste pene per gli irreparabili danni causati al Paese». Piuttosto peculiare questo attacco feroce all’apparenza e all’ostentazione della fama, del successo e della bellezza, diffuso da una persona il cui profilo social è un continuo sfoggio di capi e accessori firmati e di foto a eventi glam. Spesso per giunta prese da altri siti e ritoccate, come ad esempio l’immagine tratta da un sito di compagnie aeree, fotoscioppata lasciando intendere che al posto della passeggera ritratta di spalle in partenza per Parigi ci sia Boccia.
Chi ce l'ha con Sangiuliano? I retroscena e le possibili manine dietro il golpe di Boccia
E non si comprende l’idiosincrasia per De Filippi, quando solo poco tempo prima la stessa imprenditrice invitava entusiasticamente i suoi follower a seguire Maria. Si stenta poi a capire il like di Boccia a una utente secondo cui «Mediaset è una tv trash che non ha valori», dopo aver partecipato al Natale in Vaticano trasmesso da Canale5. Ma l’atteggiamento bellicoso di Maria Rosaria traspira da vari post sui suoi profili, nei quali anche la più innocua didascalia sembra evocare qualche misterioso non detto, qualche enigmatico interlocutore invidioso del suo successo, qualcuno non meglio identificato che «sparla». Sappiamo già dei rapporti non idilliaci con l’ex marito che, a suo dire, da dieci anni aspetta che la nostra si rechi in Tribunale a rettificare un errore di trascrizione che renderebbe definitivo il loro divorzio da un matrimonio durato meno di un anno. E ricordiamo la storia horror dell’infermiera stalker che minacciava di bruciarle la casa, anche se nel caso specifico Boccia era la vittima. A Pompei e a Scafati sono in molti a vociferare che la sua indole battagliera l’abbia portata a finire ai ferri corti con non poche persone e che con la sua avvenenza abbia fatto perdere la testa a diversi uomini, lasciando strascichi nelle loro vite. L'irriducibile stillicidio di repliche e controrepliche, attacchi e contrattacchi, allusioni e frecciate, come quella su altre donne non meglio identificate che sarebbero coinvolte nell’affaire del Mic, parrebbe dunque uno schema che viene da lontano.
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