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Vannacci, la dem Beatrice Covassi: "Basta fargli pubblicità, puntiamo su temi concreti"

L'intervista all'europarlamentare del Pd e candidata alle elezioni europee al Centro

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«Basta fare pubblicità a Vannacci e ad altri candidati inseriti nelle liste solo per attirare l’attenzione. È davvero squallida una campagna che si basa sulle parole in libertà di certi personaggi. Si sottovaluta l’intelligenza degli elettori che vogliono parlare di temi concreti, come il debito comune, gli effetti della trasformazione digitale e verde, la disoccupazione, la difesa comune e la protezione sociale per i più fragili». A dirlo Beatrice Covassi, europarlamentare del Pd e candidata nella circoscrizione del Centro.

La guerra al centro del dibattito. Tarquinio e Strada dicono basta armi. È d’accordo con loro?
«La prossima legislatura dovrà riportare la pace in Ucraina e per questo servirà uno sforzo diplomatico enorme. Ma nel frattempo non possiamo abbandonare un popolo al suo destino. La Georgia, come tutti i paesi che rischiano di cadere sotto le mire di Putin, ci guardano con speranza».

 

 

Qualcuno vi accusa di aver spostato il baricentro troppo a sinistra. Così non rischiate di allontanare i moderati?
«Guai se si perdesse per strada chi è stato determinante perla nascita del Pd, sintesi di culture politiche diverse. I cattolici hanno avuto un importante ruolo nell’affermare valori comela centralità della persona, l’europeismo e la lotta alle disuguaglianze. Per rilanciare il Pd bisogna avere una visione politica chiara e basata sui valori dell’umanesimo socialista e cristiano. Senza questa rinnovata capacità di fare sintesi non esisterebbe il Pd».

Condivide un’intesa con quel M5S, che in Europa non vuole allearsi con i socialisti?
«Non ci sono dubbi sul nostro posizionamento: siamo con i socialisti e democratici. Il M5S è ambiguo e indeciso, in Europa come in Italia».

 

Continua a far discutere l’antifascismo. Questa la strada per guadagnare consensi?
«Mi sembra lunare che nel 2024 si torni a polemizzare sul tema. La Costituzione nasce dall’antifascismo, dato acquisito nel Dna della nostra cultura repubblicana e democratica. Sarebbe importante che chi è al governo fosse meno ambiguo. L’antifascismo non c’entra nulla con le volgarità pronunciate al concerto del Primo Maggio, per cui esprimo solidarietà alla premier».

Che idea si è fatta rispetto al duello tv Schlein-Meloni?
«Sono una donna pragmatica e penso che i cittadini debbano poter distinguere le visioni di cui le due leader sono portatrici. Se vincerà la destra, ogni Paese, a partire dall’Italia, sarà più solo: addio, per esempio, al debito comune».

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