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Stefano Bandecchi: "Leva obbligatoria per uomini e donne. Ci serve l'atomica"

Giuseppe China
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«Sono favorevole all’introduzione della leva obbligatoria per uomini e donne. In Italia ogni anno ci sono circa 390.000 nascituri, dunque non è più possibile pensare che l’Esercito sia composto prevalentemente da maschi. Nella logica della parità dei diritti - afferma in un’intervista al Tempo il leader di Alternativa popolare Stefano Bandecchi- entrambi i sessi devono difendere la patria».

Non teme una pioggia di critiche per la sua proposta?
«È scientificamente provato che le donne siano capaci di usare un fucile, un caccia e un cannone, dunque se mai decidessimo di reintrodurre la leva non dovrebbero essere discriminate. Per tornare alla sua domanda non sono preoccupato degli attacchi perché in un Paese democratico si esprimono le idee liberamente».

Lei ha definito l’attuale esercito italiano «leggero»: quanto dovrebbe spendere il Paese nella difesa?
«Il sette per cento del prodotto interno lordo, rispettivamente il due per contribuire alle spese militari dell’Alleanza atlantica e il resto per le proprie Forze armate. Non possiamo non avere carri armati di un certo tipo, navi e aerei in abbondanza. Con i circa 150.000 uomini complessivi di Esercito, Aeronautica e Marina dove pensiamo di andare? Cosa accadrebbe se un esercito come quello russo ci invadesse? Avremmo per forza bisogno dell’aiuto statunitense e britannico per sopravvivere. Il popolo italiano non può non sapere che il Paese non è autonomo nel campo della difesa. Mi faccia aggiungere una cosa».

Prego.
«Stiamo vivendo un fase a dir poco complessa in ambito internazionale. Inoltre riflettiamo sugli atteggiamenti di Cina, India e Russia. Credo che l’Italia debba avere le proprie bombe atomiche. Siamo obbligati a metterci nelle migliori condizioni per difendere i nostri confini».

Complesso conciliare il suo programma con l’articolo 11 della Costituzione: «l’Italia ripudia la guerra».
«Ci mancherebbe altro ed è sacrosanto, infatti mi auguro che il nostro esercito non sia mai coinvolto in alcun conflitto. Lo scopo di tale rinnovamento è un notevole effetto deterrente».

In precedenza ha fatto riferimento alla Nato, ritiene il Patto atlantico uno strumento ancora attuale e solido?
«La nostra partecipazione non può essere secondaria. Ribadisco le spese non devono essere sostenute esclusivamente dagli statunitensi, noi per primi non dovremmo avere voglia di essere difesi dagli americani. Come testimoniano i tanti cimiteri sparsi nel Vecchio Continente ci hanno già aiutato una volta, impossibile pretendere che lo facciano sempre».

Da tempo si discute un esercito comune europeo, con ogni probabilità sarebbe complesso far convivere generale tedeschi e francesi. A chi potrebbe essere affidato il comando di tale Forza armata?
«Lei ha centrato il punto: le armate europee sono una prospettiva ancora distante.
La Germania negli ultimi due anni ha speso 180 miliardi di euro nella difesa, ecco perché l’Italia si deve adeguare investendo circa 50 miliardi ogni anno».
 

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