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Europee, Meloni in campo: "Mandiamo la sinistra all'opposizione anche in Ue"

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"Sono pronta a scendere in campo per questa competizione europea, a metterci la faccia e a confrontarmi, come sempre, con il giudizio del popolo italiano". Dal palco della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni scioglie la riserva sulla sua candidatura alle prossime elezioni europee. L'annuncio tanto atteso arriva al termine di un discorso di 73 minuti in cui la premier e leader del partito di via della Scrofa mette in chiaro l'obiettivo a cui punta: "Possiamo portare anche in Europa il modello italiano, e sarebbe una vera e propria rivoluzione. Vogliamo fare esattamente quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022: creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare finalmente all'opposizione la sinistra anche in Europa".

Meloni parla davanti agli altri leader della coalizione, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. Unico assente, come annunciato alla vigilia, il segretario della Lega Matteo Salvini, che interviene in videocollegamento con al fianco la figlia Mirta spiegando che "questa è l'ultima domenica che potevo dedicarle" da qui all'8 e 9 giugno, quando si andrà a votare. Non appena prende la parola, la premier saluta tutti i presenti, anche il vicepremier a cui indirizza una battuta: "Grazie a Matteo, anche se ci ha preferito il ponte... Sto scherzando, so che per noi che siamo anche genitori non è facile mettere tutto insieme, so che ci teneva ad essere qui". Tra i due va in scena anche una telefonata post-kermesse, informano i rispettivi staff, per fare il punto (ironizzando su alcune ricostruzioni polemiche), per salutarsi e darsi appuntamento a Roma.

 

Dal palco di Pescara con sullo sfondo il mar Adriatico la presidente del Consiglio e della famiglia dei Conservatori riconosce che la sfida all'orizzonte non sarà agevole. Ma, è il messaggio che lancia, "è una occasione storica dalla quale non passa solo un semplice un risultato elettorale, ma passa il destino stesso della nostra nazione e del continente alla quale appartiene". Un voto per "spostare l'asse delle scelte dell'Europa a destra, per riavvicinare l'Europa ai suoi popoli, essere centrali nelle scelte per far pesare l'Italia come merita". Per Meloni insomma si tratta di "una battaglia decisiva, un vero e proprio bivio che non consente né di sbagliare la scelta né di tirarsi indietro". Di conseguenza, è il ragionamento, "tutti devono essere pronti a fare la loro parte e io, come sempre, intendo fare la mia".

Ecco quindi la decisione di "scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d'Italia in tutte le circoscrizioni elettorali - annuncia la premier -. Lo faccio perché a questo percorso europeo ho dedicato molto impegno in questi anni, e perché voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e in Europa". "Voglio che sia chiaro il messaggio - spiega - che votando FdI si voterà per dare ancora più forza al nostro governo e all'Italia in Europa, e lo faccio perché mi sono sempre considerata un soldato e i soldati quando devono non esitano a schierarsi in prima linea".

 

Non per questo però si metterà a girare l'Italia, "non toglierò un solo minuto dell'attività del governo per fare campagna elettorale sul mio nome. Il mio compito è risolvere i problemi di questa nazione". Però, aggiunge, "siccome per fortuna non sono la segretaria del Pd, penso di poter confidare nel fatto che il mio partito farà del suo meglio per darmi una mano in questa campagna elettorale". Cosa che farà in primis la sorella Arianna, responsabile del tesseramento e della segreteria politica di FdI, attesa già nelle prossime settimane per un evento elettorale nel Salento.

Nell'annunciare la propria candidatura Meloni invita poi gli elettori a scrivere direttamente sulla scheda "il mio nome di battesimo". Un'indicazione che la premier collega al fatto che "la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me continua a chiamarmi semplicemente Giorgia. Per me è una cosa estremamente importante e preziosa. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamato pesciarola, fruttivendola, borgatara... Quello che non hanno mai capito è che io sarò sempre estremamente fiera di essere una persona del popolo". Ecco quindi che, come spiega il ministro Francesco Lollobrigida, sarà specificata in fase di presentazione della candidatura la dicitura 'Giorgia Meloni detta Giorgia'.

 

A sei settimane dal voto quindi la premier si mette in gioco ribadendo però che "questo ruolo difficilissimo non mi cambierà, il potere non mi imbriglierà, il Palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena, perché faccio quello che faccio solo ed esclusivamente per gli italiani. Mi interessa solo il loro giudizio. E allora se vorrete difenderemo insieme l'Italia anche in Europa, e chissà che anche stavolta non si riesca a smentire i pronostici. È arrivato il momento di alzare la posta". Con l'obiettivo di superare quel 26% preso alle elezioni politiche.

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