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Salvini punta su Vannacci e Cisint. Ma resta ancora vivo il sogno Zaia

Christian Campigli
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Il volo 302 della Ethiopian Airlines precipitava a sud di Nairobi, la cattedrale parigina di Notre Dame veniva irrimediabilmente distrutta da un violento incendio e la Juventus di Cristiano Ronaldo si avviava a vincere il suo trentacinquesimo scudetto. Cinque anni sulla carta, un'era geologica nella realtà. Soprattutto nella politica della società liquida, del voto incerto e dei leader oggi osannati, domani derisi. Tra il 23 e il 26 maggio 2019 la Lega raggiungeva il suo prime, il miglior risultato della sua lunga storia, sfiorando il 35% alle elezioni europee. Era il periodo del «Capitano» Matteo Salvini, del governo giallo-verde e della consistente diminuzione delle partenze di immigrati. Poi il Papeete, la crisi con Giuseppe Conte e «lo sgambetto» di Nicola Zingaretti. Oggi, il leader della Lega si trova di fronte alla partita più difficile, quella che designerà il suo rilancio o sancirà il suo (definitivo) tramonto. Non è un mistero che, all'interno del Carroccio, il segretario non goda più dell'assoluta fiducia da parte dei governatori del Nord. E non serve essere un allievo di Norberto Bobbio per comprendere come, una percentuale inferiore al 7%, porterebbe verosimilmente alla sua defenestrazione da via Bellerio.

 

 

Salvini, ben consapevole di tutti questi elementi, è convinto di poter far bene in questa tornata di giugno. Tanti i nomi che sono ruotati, in questi mesi, intorno al partito fondato da Umberto Bossi (un altro che non perde occasione di criticare l'attuale ministro dei Trasporti ogni volta si trova in prossimità di un microfono acceso). La squadra che andrà a sfidare FI per il ruolo di seconda punta nel tridente delle meraviglie del centrodestra sarà composta da politici esperti e civici di grande spessore. Tra questi ultimi, impossibile non citare il generale Roberto Vannacci. Il suo libro, «Il mondo al contrario» è stato un incredibile successo editoriale. Una fama che potrebbe portare, nel segreto delle urne, tra i tre e i cinque punti percentuali al Carroccio. Verosimilmente sarà capolista in tutte le quattro circoscrizioni. Dopo mesi di tira e molla Gianluigi Paragone ha ufficializzato l'intenzione di non correre per un seggio a Bruxelles.

 

 

Al nord il Carroccio punterà sul veronese Paolo Borchia, su Rosanna Conte e sul sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint. Ma il sogno resta convincere il governatore Luca Zaia. Scendendo lungo lo Stivale, c'è grande fiducia nella possibile rielezione della pisana Susanna Ceccardi. Nella circoscrizione centro Salvini vuol scommettere su Davide Bordoni, segretario laziale, l'uomo in grado di raccogliere voti anche nella capitale e su Laura Cartaginese. Fiducia anche in Mario Abruzzese e Anna Cinzia Bonfrisco. Al sud l'asso nella manica è rappresentato da Aldo Patriciello, parlamentare europeo eletto cinque anni fa nelle liste di FI. Accanto a lui, Frank Mario Santacroce, Orlandino Greco e Simona Loizzo. Nelle isole la Lega è convinta di poter tornare ai fasti di un tempo grazie a Michele Pais, Pierluigi Saiu e Nino Germanà, uno dei più convinti sostenitori del Ponte sullo Stretto. 

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