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Bari, altro scandalo a sinistra: arrestato l'ex assessore di Emiliano. "Soldi in cambio di appalti"

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Continuano il terremoto giudiziario-politico a Bari. I fratelli Alfonso ed Enzo Pisicchio, note figure politiche della regione Puglia, sono stati arrestati nell'ambito di un'inchiesta che riguarda l’accusa di corruzione in relazione a tre appalti truccati. I reati contestati all’ex assessore regionale Alfonso - assessore regionale all'Urbanistica nella precedente legislatura di Michele Emiliano e non rieletto nel 2020 - insieme ad altre sei persone sono, riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

 

 

Poco prima di essere posto agli arresti domiciliari Pisicchio aveva spiegato, con un post su Facebook, le sue dimissioni, che avevano sorpreso tutti nel corso della giornata: “Care amiche e cari amici, questo pomeriggio ho rassegnato le mie dimissioni da Commissario Straordinario dell’ARTI Puglia. Tale decisione, che avevo da tempo maturato, dipende innanzitutto dal compimento di fatto del mio incarico di commissario straordinario, volto sin dall’inizio a predisporre le modifiche statutarie necessarie all’iter di istituzione della nuova agenzia, ai fini dell’integrazione delle attuali competenze con quelle relative all’innovazione tecnologica. In secondo luogo (ma non meno importante), il mio desiderio di dedicarmi a tempo pieno alla mia carriera accademica e ai miei studenti quale docente dell’Accademia di Belle Arti di Bari. Dunque, nessuna scelta politica o connessa a qualsivoglia dietrologia, che pure immagino abbonderà nei prossimi giorni, ma non importa”. Un post pubblicato alle 18.05 e certamente non invecchiato benissimo.

 

 

Il quotidiano, sulla vicenda dell'ex assessore della sinistra, riferisce ancora che “secondo l'accusa i fratelli Pisicchio avrebbero ricevuto 156mila euro in contanti per sé stessi e per il partito Iniziativa Democratica dalle aziende riconducibili all'imprenditore Riefoli, anche sottoforma di consulenze fittizie. I due Pisicchio rispondono anche di corruzione per aver truccato l'appalto per l'affidamento della riscossione della Tarsu-Tares-Tari a favore della Golem Plus in Rti con Creset e Arca Servizi: in cambio i due dipendenti comunali avrebbero ricevuto il primo l'assunzione della moglie e il secondo la promessa dell'assunzione del figlio Michele. Enzo Pisicchio ha ottenuto in cambio l'acquisto di mobili, feste private, un cellulare, un tablet e l'assunzione fittizia della figlia Rebecca. Alfonso Pisicchio avrebbe ricevuto ‘il sistema delle assunzioni nelle aziende gestite’ dallo stesso Riefoli ‘di persone da lui stesso indicate, che a loro volta gli avrebbero garantito la preferenza elettorale’”.

 

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