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Anci, la sprecopoli degli stipendi d'oro. Così fa felici i dirigenti

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Dario Martini
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In questi giorni Antonio Decaro si sente in guerra (parole sue) con il Viminale che sta valutando se sciogliere il Comune di cui il politico del Pd è sindaco. Se nella sua amministrazione la tensione si taglia con il coltello, lo stesso non si può dire per l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani presieduta proprio da Decaro. I dirigenti che fanno capo al primo cittadino barese, infatti, possono dormire sogni tranquilli grazie a stipendi di tutto rispetto. Le ultime retribuzioni aggiornate sono consultabili dallo scorso gennaio. Basti pensare che la numero uno dell’associazione, la storica direttrice generale Veronica Nicotra porta a casa la bellezza di 257.600 euro (208.600 euro di retribuzione annua lorda, 24mila di indennità di carica e 25mila come premio). Ben al di sopra di quanto percepisce il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ultimamente si è pure tagliato l’indennità a 179mila euro. Nicotra è il vertice dell’Anci, ma anche gli altri dirigenti non se la passano male, con buste paga che partono da 100mila euro e sforano facilmente i 200mila.

 

 

Qualcuno potrebbe obiettare che gli emolumenti dei manager pubblici non possono superare il tetto dei 240mila euro. Vero. Ma i dirigenti dell’Anci non hanno l’obbligo di sottostare a questa normativa, in quanto l’associazione, pur rappresentando enti pubblici, risponde a norme del diritto privato. Dietro Nicotra si piazza Patrizia Minnelli, che nel 2023 ha guadagnato 239.500 euro (143mila di retribuzione base, 25mila di indennità di carica e 71.500 di premio). Minnelli è responsabile dell’area Marketing, Relazioni esterne, Cerimoniale e Ufficio viaggi. Per chi non lo ricordasse, è anche l’ex fedelissima segretaria dell’ex presidente dell’associazione ed ex sindaco di Catania del Pd Enzo Bianco, lo stesso partito di Decaro. Di appartenenza "democratica" è senza dubbio anche Angelo Rughetti, ex deputato Pd ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio sotto i governi Renzi e Gentiloni. Oggi, in qualità di dirigente Anci, guadagna 228mila euro lordi, di cui 20mila sono solo di premio di produzione. Rughetti non lavora direttamente nell’associazione, ma è distaccato all’Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale, fondazione che fa capo proprio all’Anci, dove si occupa di monitorare gli investimenti comunali. L’elenco dei dirigenti "fortunati" non finisce qui.

 

 

Bisogna menzionare il vicesegretario generale Stefania Dota che guida pure l’area Istituzionale e legislativa. Una funzione che le permette di poter contare su una retribuzione base pari a 169.800 euro (l’anno precedente le era andata meglio con uno stipendio da 194.799). L’altro vicesegretario con delega al digitale è Antonella Galdi, che nel 2023 ha percepito 193.810 euro, anche grazie ad un premio ad hoc da 20mila euro per aver organizzato un evento alla Nuvola dell’Eur. Impossibile dimenticare anche Giovanna Marini, attualmente in distacco presso Ifel Campania che guadagna 192mila euro (l’anno precedente erano 168.500) e la responsabile della Direzione Amministrativa Lara Panfili (171.010 euro, di cui 12mila incassati sempre grazie al premio «Nuvola»).

 

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