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Migranti, Ferro: "Italia centrale nel Mediterraneo, sbarchi calati"

Giuseppe China
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Non solo l’accordo tra l’Ue e l’Egitto ma anche i memorandum bilaterali con l’Italia che hanno una notevole valenza strategica, in particolare per il contrasto all’immigrazione clandestina. Così il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FdI), in un’intervista al Tempo, descrive i patti siglati ieri a Il Cairo. Partiamo dal Piano Mattei: dopo la Tunisia è la volta dell’Egitto.

Qual è il valore di questo accordo?
«Il patto con l’Egitto è un tassello della strategia complessiva del premier Giorgia Meloni sui temi dell’immigrazione e della stabilizzazione geopolitica del Nord-Africa.
Una strategia che Meloni è riuscita a far condividere all’Ue, puntando sul controllo della cosiddetta “dimensione esterna”, attraverso una collaborazione con gli Stati di partenza e di transito, per contrastare i trafficanti di esseri umani e favorire un’immigrazione legale e sicura, l’unica capace di offrire un’accoglienza dignitosa e una reale integrazione. L’obiettivo è quello di creare le condizioni economiche e sociali per garantire alle popolazioni africane il diritto a non emigrare.
È questo il valore del Piano Mattei, un progetto di cooperazione per lo sviluppo del valore di 5 miliardi di euro in cui l’Egitto ha un ruolo di primo piano, e che riporta l’Italia al centro delle politiche che investono i rapporti tra l’Europa e i Paesi del Mediterraneo».

Perché è stato scelto proprio questo Paese?
«Il successo del vertice Italia-Africa dimostra l’interesse verso questa strategia da parte dei Paesi sull’altra sponda del Mediterraneo, e l’Egitto può rivestire un ruolo importante sia sui temi della collaborazione economica, ad esempio in campo energetico, sia su quello delle migrazioni, essendo il principale Paese di transito verso la Libia. La positiva vicenda della liberazione di Patrick Zaki, nei mesi scorsi, è anche indicativa della positività dei rapporti istituzionali e diplomatici instaurati tra il nostro governo e quello egiziano».

Entriamo nel dettaglio: quali sono le misure concrete che verranno adottate dall’Egitto per arginare i flussi irregolari?
«Gli accordi bilaterali riguardano investimenti in campo economico, nel settore energetico, dell’agricoltura e della sicurezza alimentare, delle risorse idriche, ma anche investimenti destinati al contrasto dell’immigrazione illegale. Una strategia che in Tunisia ha dimostrato di funzionare, ed è diventata un modello per l’Unione europea che ha promosso un piano di sostegno all’economia egiziana da 7,4 miliardi di euro, sposando in pieno la linea del governo Italiano».

Gli ultimi dati sul fenomeno migratorio rilasciati da Frontex e dal Viminale mettono in luce una netta diminuzione degli arrivi del nostro Paese. Considerato che stiamo entrando nella stagione tradizionalmente con maggiori approdi, vi ritenete soddisfatti o si può fare di più?
«C’è un calo deciso degli arrivi in Italia. Si continua a consolidare un dato del 70 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Il sostegno alle autorità tunisine per bloccare le partenze, con la fornitura di mezzi e il supporto alla formazione del personale, ha fermato 19.000 partenze e costretto i trafficanti di esseri umani a modificare le proprie rotte, ora dirette verso le Canarie. Certo, l’obiettivo non è quello di spostare i flussi dall’Italia alla Spagna, ma questo dato dimostra che c’è la possibilità di arginare l’attività dei trafficanti e ridurre le morti in mare.
Sono dati incoraggianti che confermano l’efficacia della linea del governo italiano. Continueremo a lavorare su accordi di collaborazione, dopo quelli con Albania e ora Egitto, anche con Libia e Algeria, soprattutto sui rimpatri volontari assistiti, come spiegato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi».

«È gravissimo che von der Leyen e Meloni promettano risorse al regime di al-Sisi solo per controllare di partenze», parole del segretario del Pd Ellly Schlein. Cosa replica?
«Gli accordi prevedono importanti garanzie sul piano delle libertà fondamentali e dei diritti umani.
L’azione internazionale del governo Italiano ha il merito di far coesistere la crescita di valori democratici e lo sviluppo economico. Obiettivi che si ottengono con il dialogo, non con la chiusura al confronto.
Inoltre il presidente del Consiglio Meloni ha annunciato un memorandum con il ministero della Sanità egiziana per dare assistenza ai civili in arrivo da Gaza, in linea con l’impegno del governo fin dall’inizio della crisi a Gaza. Elly Schlein dice no a tutto, ma non abbiamo ancora sentito uno straccio di proposta sul tema dell’immigrazione.
Capisco che l’autorevolezza e il ruolo da protagonista di Giorgia Meloni sul piano delle relazioni internazionali stia facendo uscire pazzi questi del Pd, che prefiguravano - o auspicavano- l’isolamento dell’Italia, ma siano capaci almeno di un po’ di coerenza. Non ricordo prese di posizione della sinistra italiana, quando l’Europa nell’interesse della Germania, ha dato sei miliardi di euro alla Turchia di Erdogan per fermare i migranti. Il problema evidentemente non è chi è al governo nei Paesi con cui si stringono accordi, ma è chi guida l’esecutivo in Italia».

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