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Dossieraggio, la rabbia di Salvini: “Vergogna di stampo sovietico”. Pronte le denunce

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Esplode il caso dossieraggio e Matteo Salvini perde le staffe. Il leader della Lega è uno dei presunti spiati e alza la voce dopo quanto emerso dall’indagine portata avanti a Perugia: “Come Lega andremo fino in fondo e faremo chiarezza per sapere chi ha dato ordine di spiare centinaia di persone illegalmente. Neanche in Unione sovietica si lavorava giorno e notte per spiare, sputtanare, scannerizzare. Mi rifiuto di pensare che fosse un ufficiale infedele della Finanza, un magistrato infedele o qualche giornalista infedele, qui c’è evidentemente un sistema che aveva nella Lega, nell’impresa e nel centrodestra, un avversario da abbattere”. 

 

 

“Vogliamo sapere - tuona il vicepremier a margine dell’avvio dei lavori del tunnel subportuale di Genova - chi c’era dietro. Denunceremo a tutti i livelli e chiediamo gli interventi di condanna e chiarezza, anche ai massimi livelli istituzionali. Gli italiani non possono pensare che facendo gli imprenditori, gli artisti, i medici, possano essere spiati nella loro vita privata o nel loro conto corrente da pezzi di Stato. È inammissibile”.

 

 

Anche dalla Lega è arrivata una nota sulla vicenda spionaggio: “Nessuno pensi di insabbiare il prima possibile lo scandalo-spioni, che ogni giorno si arricchisce di notizie inquietanti tra pezzi di guardia di finanza, magistratura e media di sinistra. Chi sono i mandanti? A chi ha giovato questo spionaggio illegale di stampo sovietico? La Lega è pronta a denunciare e a chiedere risarcimento danni a tutti i livelli, nessuno escluso”.

 

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