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Case green, slitta la direttiva Ue. Tempi più lunghi: emissioni zero entro il 20250

Dario Martini
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La commissione Industria del Parlamento europeo ha dato il via libera alla modifica della direttiva sulle case green che rende meno stringenti le scadenze temporali entro cui raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero. Un traguardo che viene spostato al 2050. Per quanto riguarda le caldaie, invece, l’addio definitivo a quelle alimentate dai combustibili fossili è prorogato al 2040. Esultano le forze politiche che compongono la maggioranza in Italia. «Pericolo scampato grazie a noi», dice la Lega, mentre Fratelli d’Italia sottolinea: «Questa vittoria in Europa è stata ottenuta grazie al governo Meloni». La commissione dell’Europarlamento si è espressa con 38 voti a favore, 20 contrari e 6 astenuti. Con questo voto viene approvato l’accordo raggiunto in sede di Trilogo il 7 dicembre scorso. Il Trilogo è un incontro tra i rappresentanti della Commissione Ue, del Consiglio e del Parlamento, che serve a raggiungere più rapidamente un accordo su determinati temi all’interno della procedura legislativa ordinaria. Il progetto di direttiva originario, così com’era uscito dalla Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, infatti, stabiliva scadenze temporali molto più brevi e stringenti che il governo italiano ha criticato sempre duramente. Ecco perché adesso il centrodestra adesso si dice soddisfatto.

 

 

La bozza dell’esecutivo comunitario risale addirittura al 2021 ed è stata oggetto di serrate e tese trattative. L’obiettivo è innalzare gli standard energetici del patrimonio immobiliare di ogni Stato dell’Unione, dal momento che gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico europeo e del 36% delle sue emissioni di CO2. Grazie al lavoro dei negoziatori è stato possibile andare incontro alle richieste di Paesi critici come l’Italia. Le modifiche principali sono quelle di cui abbiamo già detto. Non cambia l’impianto iniziale della direttiva per cui a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti ad emissioni zero. Per quelli pubblici si dovrà rispettare il 2028. La proroga dell’obbligo all’adeguamento, fino al 2050, riguarda invece gli immobili già esistenti. Particolari esenzioni saranno applicate ad edifici, come quelli storico o agricoli.

 

 

Importante anche la parte che riguarda l’addio alle caldaie che usano il fossile. Il termine viene spostato di 5 anni, dal 2035 al 2040. Tutti i sussidi per le caldaie autonome dovranno scadere già nel 2025. La Lega spiega che grazie alle modifiche ottenute «i singoli Stati membri godranno di tempi più ragionevoli per i piani di rinnovamento, anche se permangono alcune criticità in un’iniziativa figlia dell’ideologia del Green Deal, a cominciare dagli oneri di ristrutturazione che, in un Paese dal particolare contesto immobiliare come il nostro dove le case sono per lo più di proprietà, saranno comunque pesanti e ricadranno su una situazione di debito pubblico già problematica. Continueremo a tenere alta la guardia: le case degli italiani non si toccano». Mentre al capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, preme sottolineare che, «proprio come voluto dal governo Meloni e da Fratelli d’Italia, viene scongiurata una patrimoniale nascosta che avrebbe gravato sugli italiani».

 

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