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Degni, bordata di Meloni alla sinistra: "Super partes? Si atteggiano da militanti"

Luca De Lellis
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L’uscita social di Marcello Degni non è stata esattamente una fulgida dimostrazione di professionalità e opportunità. E la “sfrontatezza” con la quale il consigliere della Corte dei Conti ha “ritenuto normale” mostrare posizioni così avverse rispetto all’interesse nazionale – ha sostenuto a gran voce Giorgia Meloni durante la sua conferenza stampa di fine/inizio anno – “è la cosa più grave” in assoluto. Il Presidente del Consiglio ha poi tuonato contro la sinistra, rea di non aver proferito parola su un fatto tanto rilevante come un membro di un organo giurisdizionale, teoricamente terzo a indirizzi politici, che si esprime in maniera rabbiosa nei confronti del Governo in carica: “Mi ha colpito molto che a sinistra non ci sia stato nessuno a dire qualcosa, a partire da Paolo Gentiloni che l'ha nominato. Ho da chiedergli se sia normale che persone da loro nominate per incarichi super partes si atteggino da militanti politici”. Non è mancata anche una punzecchiata alla leader del Partito Democratico, peraltro taggata nel tweet che ha scatenato il caso Degni: “Mi attendo una risposta in merito da Elly Schlein”.

 

 

Ma ricapitoliamo un po’ quanto successo a margine del tweet “incriminato” del 30 dicembre scorso, nel quale l’economista beccava l’operato del Pd sull’approvazione definitiva della manovra finanziaria con le seguenti dichiarazioni: “Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”. Nelle prime ore successive alcuni esponenti della maggioranza hanno posto sotto accusa le parole di Degni, e l’ufficio stampa della Corte dei Conti ha informato che “la questione verrà esaminata in via di urgenza nella prossima adunanza del Consiglio di presidenza per le valutazioni di competenza”, che si terrà nel pomeriggio del 4 gennaio. 

 

 

Dal verdetto della riunione di saprà il destino di Marcello Degni nel ruolo di consulente dell’organo. Meloni nella conferenza stampa non si è voluta sbilanciare in questo senso, lasciando alle persone competenti il compito di deliberare: “Non spetta a me dire cosa potrebbe accadere. Considero grave che un magistrato della Corte dei Conti speri che l’Italia vada in esercizio provvisorio”. Intanto, da parte del protagonista della vicenda non si è pervenuto il benché minimo segnale di pentimento. Anzi, nella sua intervista a La Stampa ha rivendicato la sua posizione anti-governativa. Il Premier Meloni ha passato la palla alla Corte dei Conti: le prossime ore saranno quelle cruciali per conoscere il futuro del consigliere.

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