Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Atreju, Meloni si scatena nel discorso finale: siluro a Schlein e a Ferragni

  • a
  • a
  • a

Giorgia Meloni show nel suo intervento ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia andata in scena nei giardini di Castel Sant'Angelo a Roma. Il primo argomento toccato dal presidente del Consiglio è quello della solidità dell’esecutivo: “Il governo di centrodestra a trazione Fratelli d'Italia sarà soprattutto questo governo dell'Italia con la schiena dritta, che va a testa alta, con le scarpe piene di fango e le mani pulite. Quando i soldi non ci sono non si usano per comprare consenso facile. Il nostro consenso è cresciuto rispetto alle elezioni, è maggioritaria l’Italia che non accetta di svendersi e chinare il capo, noi abbiamo il dovere di rappresentarla tutta con i fatti. Abbiamo il dovere morale di ridare l’orgoglio di volere rivendicare, qui e fuori dai confini nazionali, ‘io sono italiano’. È la più grande rivoluzione che si può fare, restituire il peso e la voglia di stupire il mondo alla nostra nazione. Voglio ringraziare Matteo Salvini e Antonio Tajani per 14 mesi di lavoro insieme che sono anche 14 mesi di amicizia, condivisione, lealtà. Il centrodestra esiste da 30 anni non per un incidente della storia ma per una condivisione di valori, e vogliamo mandare un ringraziamento a Silvio Berlusconi nel primo Atreju in cui non c’è più”.

 

 

“Tutti - ha detto ancora - conoscono il mio amore per Tolkien e la straordinaria metafora che è. Qualcuno dice che è l'unico libro che ho letto e io continuo a citarlo per non togliere alla sinistra una delle poche certezze che ha. Lo amo ancora di più ora perché Tolkien aveva ragione, quell'anello è insidioso, cerca di farti perdere il senso della realtà. Ma una cosa è più forte di quell’anello, si chiama compagnia. Quell'anello non ci avrà mai, siamo le stesse persone che eravamo ieri e saremo domani le stesse persone che siamo oggi, e porteremo a termine il nostro lavoro”, le dichiarazioni della leader che si è lasciata andare citando l'anello del potere, al centro dell'opera più nota dello scrittore e filologo britannico 'Il Signore degli anelli’. Ma non è finita qui. 

 

 

Poi un destro sinistro da ko a Elly Schlein e a Chiara Ferragni. “Il fatto che la segretaria del Pd Schlein abbia rifiutato l'invito mi ha ricordato 'Ecce bombo' di Nanni Moretti, mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Faccio una citazione di sinistra. Ho letto che la segretaria del Pd ha detto 'vedo persone che sono lì per accreditarsi con chi comanda e obbedire agli ordini di chi comanda'. Ecco, cara Elly, tu puoi anche decidere di non partecipare, ma non c'è bisogno di insultare chi ha accettato un invito dimostrando un coraggio che evidentemente a voi difetta”. “Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce, e tiene testa a tutti nel mercato globale solo perché noi siamo più bravi, lo sappiamo fare meglio”, il chiaro riferimento di Meloni alla recente multa dell'Antitrust a Chiara Ferragni e Balocco.

 

 

Infine nessun rimorso sull'abolizione del reddito di cittadinanza: “Lo riferei mille volte. Occorre distinguere tra chi può lavorare e chi no, si chiama giustizia. Io non intendo comprare il consenso della gente”.

Dai blog