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Migranti, l'Alta corte albanese sospende l'accordo con l'Italia

Dario Martini
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L’Alta corte albanese ha sospeso l’accordo tra Italia e Albania sulla creazione di due centri per migranti che saranno gestiti sull’altra sponda dell’Adriatico dal nostro Paese. Il primo ministro, il socialista Edi Rama, che ha sottoscritto l’intesa con Giorgia Meloni, aveva in programma di far votare l’accordo in Assemblea proprio oggi. A questo punto, i parlamentari dovranno aspettare ancora un po’, perché i giudici supremi hanno fino a tre mesi di tempo per prendere una decisione.

 

 

L’accordo con l’Italia prevede l’apertura di due Cpr in cui i migranti diretti in Italia dovranno sostare temporaneamente (massimo trenta giorni) in attesa di sapere se godranno del diritto d’asilo o verranno rimpatriati. A presentare uno dei due ricorsi all’Alta è stato il Partito democratico, che a dispetto del nome non è di sinistra, bensì di centrodestra. L’altro, invece, è stato depositato da altri 28 deputati dell’opposizione. Il gruppo parlamentare del Pd ha chiesto la dichiarazione di incompatibilità con la Costituzione sulla base di dieci argomentazioni, come riporta il giornale albanese Panorama.

 

 

Sul fronte italiano, il centrosinistra esulta. Sin da quando è stato firmato non hanno mai digerito il rapporto speciale instaurato da Meloni con Rama, che consente all’Italia di avvalersi del sostegno di un Paese straniero, per giunta non facente parte dell’Unione europea. Per Angelo Bonelli (Avs) è uno «schiaffo all’Italia», Davide Farone di Italia Viva dice che «lo spot di Meloni rischia di non andare in onda», mentre Pierfrancesco Maiorino (Pd) la ritiene «una pessima figura internazionale». In realtà la sospensione dell’accordo è un «atto dovuto» come ricorda Fabio Rampelli di FdI, necessario ad esaminare i ricorsi.

 

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