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Il Parlamento approva all'unanimità la legge contro la violenza sulle donne

Angela Barbieri
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Il Senato ha approvato il testo del disegno di legge Roccella con le nuove misure di contrasto alla violenza di genere all'unanimità, con 157 voti. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, è legge. Al termine della votazione un lungo applauso è partito dall'emiciclo, che nella seduta di ieri ha registrato comunque numerose assenze. Il voto finale è arrivato al termine di una complessa procedura sugli ordini del giorno, relativi ad alcuni dei 19 articoli del ddl, con tentativi di intesa tra le forze di maggioranza e di opposizioni, tra riformulazioni e ritiro di alcuni dei testi presentati. Relativamente all'ordine del giorno della maggioranza, il testo a prima firma Malan ha visto il via libera di Azione e Italia Viva, mentre il M5S ha scelto di astenersi, così come ha fatto il Pd e pure Alleanza Verdi Sinistra. Nel testo di maggioranza si impegna il governo «a valutare l'opportunità di inserire nei programmi scolastici, con il pieno coinvolgimento dei genitori, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, l'educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotiva sentimentale, che rendere gli individui più consapevoli delle proprie emozioni e delle proprie azioni al fine di creare le condizioni per rapporti umani sentimentali e familiari più sani ed equilibrati».

 

 

Molto soddisfatta la ministra perla Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella: «Ho detto già dopo il voto alla Camera che aver visto, fin dal primo voto sugli articoli della legge, tutte le luci verdi che si accendevano è stata una vera emozione, e ancora di più lo è oggi, nel momento del voto definitivo. Questa legge introduce misure che possono fare, in tanti casi, la differenza tra la vita e la morte. Si tratta di norme che intervengono sulla prevenzione più che sulla repressione, per facilitare il ricorso alle misure cautelari, per rafforzarle, per assicurare tempi certi e brevi da parte della magistratura, perché sappiamo che tutto questo, la rapidità nella valutazione del rischio e nell' assunzione di misure di tutela adeguate, possono davvero salvare vite.
Non tutte, certo. Non avrebbero potuto salvare Giulia Cecchettin, per esempio, né altre donne che non sospettavano la violenza che covava nel cuore dell'uomo che sosteneva di amarle, che non avevano avuto segnali di rischio da parte di quelli che la sorella di Giulia ha definito "bravi" ragazzi".

 

 

E certo è necessario intervenire su molti altri fronti se vogliamo produrre il necessario cambiamento culturale, se vogliamo spezzare quello che non una femminista, ma un grande Papa ha definito "il giogo della dominazione di un sesso sull'altro"».
Questa legge rafforza la tutela della vittima accrescendo l'attenzione verso i «reati spia» e ignorando le misure di protezione preventiva (ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento a 500 metri).
Sono previsti anche tempi stringenti per l'adozione delle misure cautelari e per i procedimenti che riguardano stalking, violenze e maltrattamenti provocati da partner o ex partner. Tra le novità c'è l'arresto entro 48 ore in «flagranza differita» grazie alle nuove tecnologie che permetteranno di dimostrarlo via chat o audio-video.

 

 

Ma anche specializzazione dei magistrati dedicati ai procedimenti di violenza contro le donne, formazione degli operatori di polizia a contatto con le vittime, allontanamento d'urgenza dalla casa familiare anche fuori dei casi di flagranza. Inoltre, viene stabilito l'obbligo di informazione immediata alla persona offesa in caso di scarcerazione e una provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime. Intanto, oggi al Senato verrà proiettato il film di Paola Cortellesi «C'è ancora domani».
L'iniziativa è stata promossa dal presidente La Russa in vista del 25 novembre, giornata dedicata alla lotta ai femminicidi.

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