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Landini, per la Cgil siamo ancora nell'emergenza Covid e i vigili devono controllare

Dario Martini
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Per la Cgil stiamo ancora affrontando l’emergenza Covid. Proprio così, secondo il sindacato guidato da Maurizio Landini la pandemia è ancora talmente attuale che serve assumere vigili urbani al fine di assicurare gli opportuni controlli. È tutto messo nero su bianco in uno degli emendamenti alla manovra del governo contenuti nelle 51 pagine depositati in commissione Bilancio al Senato. Occorre leggerlo. Si trova quasi alla fine, a pagina 49. L’emendamento in questione intende aggiungere al testo della manovra un articolo, l’85 bis, con cui si vuole incrementare le assunzioni nei Comuni escludendo la spesa dalle soglie oggi previste dalla legge. Tra i dipendenti da assumere ci sono, appunto, i vigili urbani.

 

 

Per giustificare la maggiore spesa, la Cgil scrive che queste assunzioni del personale di polizia locale disposte per l’anno 2024 sono necessarie «al fine di assicurare lo svolgimento dei controlli per il rispetto delle misure connesse al perdurare dell’emergenza da Covid-19 e le attività correlate alla fase post-emergenziale». Non vengono fornite ulteriori spiegazioni sul motivo per cui si ritenga che l’emergenza stia «perdurando». Certo, il Covid non è scomparso, i vaccini sono ancora fortemente consigliati agli anziani e alle persone fragili, ma è indiscutibile che la situazione sia nettamente cambiata rispetto agli anni scorsi.
Che la contro-manovra della Cgil sia scritta un po’ fuori dalla realtà si evince anche da un aspetto non secondario.

 

Il libro dei sogni che Landini vorrebbe applicare alla legge di bilancio ha un costo non indifferente: 87 miliardi di euro (basti pensare che il disegno di legge presentato dal governo ammonta a 24 miliardi). Un numero monstre che farebbe saltare dalla sedia qualsiasi economista di buon senso. La bancarotta sarebbe una certezza. Il sindacato non sembra preoccuparsene. Come coprire una spesa simile? Per la Cgil è semplice: con la lotta all’evasione. Per Lino Ricchiuti, viceresponsabile del Dipartimento imprese di FdI, «a prima lettura sembra una barzelletta scritta da un mediocre comico. Invece è realtà. E non fa ridere. È un manuale su come mandare l’Italia in default».

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