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Retromarcia dem su Edi Rama, pasticcio Pd

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Edoardo Romagnoli
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Prima la sparata, poi la rettifica, nel mezzo, probabilmente, una strigliata per riportare Provenzano sulla retta via. Ma partiamo dall’inizio. Ieri, su La Repubblica, compare un’intervista a Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito democratico, in cui viene anticipato che «il Pd è pronto a protocollare la richiesta di espulsione dal Pse per il premier albanese e il suo Pssh, il partito socialista d’Albania». «Porremo la questione al congresso del Pse» dichiara Provenzano a chi lo intervista. Il motivo di questa richiesta? Il protocollo siglato fra Edi Rama e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un accordo della durata di cinque anni, rinnovabile di altri cinque, diviso in 14 articoli, per l’apertura di due centri per migranti in Albania completamente a carico dell’Italia. Ovviamente si scatena il dibattito fra chi, anche all’interno del Pd, è a favore e chi è contro. Pierluigi Castagnetti su Twitter scrive: «Mi pare sbagliato chiedere l’espulsione di Edi Rama dal Pse». Tweet a cui risponde Andrea Orlando ricordando come «l’accordo (Italia -Albania, ndr.) viola i diritti fondamentali» e che «il compagno Rama alle ultime elezioni in Turchia ha endorsato Erdogan in competizione con partiti Pse».

Poi però arriva la smentita. Provenzano fa retromarcia e spiega che il Pd «non è il buttafuori del Pse. Abbiamo solo posto un tema politico». Ma cosa è successo in questo breve lasso di tempo? Probabilmente al Nazareno si sono accorti che il cancelliere Olaf Scholz aveva espresso apprezzamento per l’accordo fra Italia e Albania tanto da voler esplorare la possibilità di definire accordi con Paesi terzi per trasferire i richiedenti asilo fuori dalla Germania o dall’Unione europea mentre vengono esaminate le richieste di protezione internazionale. A quel punto sarebbe diventato difficile chiedere l’espulsione anche del Partito socialdemocratico tedesco dal Partito socialista europeo, come coerenza avrebbe voluto. E così la rapida retromarcia. A stretto giro arriva anche una nota della delegazione dem in viaggio verso Malaga per il congresso del Partito socialista europeo: «Il Pd non ha avanzato nessuna richiesta formale di espulsione di Edi Rama dal Pse». Tra l’altro c’è un piccolo dettaglio non da poco: l’Albania non è un Paese membro dell’Unione europea e il Partito socialista d’Albania non è membro del Pse ma solo associato. La fortuna è che Rama è un profondo conoscitore dell’Italia e delle sue dinamiche politiche per cui non si è scomposto più di tanto. «Si è sparsa sui giornali la notizia che gli amici del Pd italiano volevano espellermi dal Partito socialista europeo e poi con un certo ritardo loro stessi hanno smentito, ma sottolineando che l’accordo che l’Albania ha fatto con il governo italiano è gravemente sbagliato su tutti i punti di vista, esattamente la stessa cosa che dicono i tanti Pd della destra albanese che lottano per il diritto allo stesso nome dopo susseguenti spaccature. A me mancherà sicuramente la capacità di vedere i tanti punti di vista di tutti questi Pd». Troppi Pd, troppi punti di vista e troppo spesso anche discordanti fra di loro, troppo anche per Edi Rama.

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