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Migranti, Amato scalpita per soffiare il posto a Meloni? Frecciate al governo

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Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio e presidente emerito della Corte Costituzionale, è stato intervistato da Repubblica e, nei giorni in cui ci sono rumors sul suo profilo come una possibile guida tecnica di un governo di emergenza, ha lanciato delle bordate a Giorgia Meloni e all’Ue sul tema migranti: “Oggi si accoglie chi è perseguitato da un regime e si respinge chi è perseguitato dalla fame, questo è inammissibile sul piano dei diritti umani. L’Europa deve uscire da un grande equivoco e riconoscere finalmente lo status di rifugiato economico. Il recente pacchetto di provvedimenti sui migranti serve solo a dimostrare l’esistenza di un problema, non a risolverlo. Il sociologo Niklas Luhmann l’ha spiegato bene, quando il potere sa di non essere in grado di trovare soluzioni alza il decibel del linguaggio politico per dare a tutti l’impressione di venirne a capo. Questo mi sembra uno di quei casi”.

 

 

“Il problema di Giorgia Meloni - va avanti l’intemerata di Amato - è comune a molte altre destre sovraniste in Europa, come segnalava un recente articolo dell’Economist. Alle prese con la necessità di governare si accorgono che le loro soluzioni estreme non sono praticabili. E se prima urlavano contro l’Europa, il caso di Meloni è sotto i nostri occhi, poi sono costrette a invocarla come risolutore dei problemi. Il pacchetto di misure approvato da Palazzo Chigi dimostra solo la difficoltà che ha il governo a dominare questa difficile materia. Si tratta di norme di difficilissima applicazione, per dirla in modo garbato, e poco rispettose dei diritti”.

 

 

E infine si arriva alla fatidica domanda sulle voci: “Lo sa che alcuni siti la danno come premier di un futuro governo tecnico?”. Amato risponde così: “L’ho letto e non so se è più penoso o più comico. Capisco che l’Italia è sempre più un paese di anziani, ma la sola idea di affidare il governo a un uomo di 85 anni dimostra una sfiducia nelle generazioni più giovani che l’Italia non merita”.

 

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