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La Lega presenta interrogazione al Parlamento Ue, Di Maio diventa un caso

Dario Martini
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Il budget da 1,8 milioni di euro messo a disposizione di Luigi Di Maio, con tanto di staff al seguito, finisce al Parlamento europeo con un’interrogazione della Lega. A presentarla sarà l’eurodeputato Paolo Borchia, coordinatore del gruppo Identità e democrazia in commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia. Ieri Il Tempo ha fornito i dettagli dell’incarico affidato dalla Commissione Ue a Di Maio, riportando come l’inviato nel Golfo Persico disponga di un team di quattro diplomatici distaccati e indicati dagli Stati membri, nello specifico Francia, Germania, Italia e Romania. L’ufficio a Bruxelles, i viaggi aerei, gli hotel e gli stipendi del personale (compreso quello di Di Maio) vengono pagati grazie al budget di quasi due milioni di euro. Somma che dovrà coprire tutto l’arco del mandato, fino al 28 febbraio 2025.

La Lega, e in particolare Borchia, da tempo chiedono massima trasparenza alle istituzioni europee. Finora, però, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, il socialista spagnolo Josep Borrell, che ha voluto fortemente Di Maio in quel ruolo, ha fornito solo risposte vaghe e generiche. «Apprendo dalla stampa, e non dai canali istituzionali europei che più volte ho – inutilmente – interpellato, che Luigi Di Maio per ricoprire il ruolo di Rappresentante speciale per la regione del Golfo costa ai contribuenti europei la bellezza di 1,8 milioni di euro. Un oltraggio - dice Borchia Ho chiesto in diverse occasioni alla Commissione europea i dettagli relativi all’incarico e alle competenze dell’ex ministro degli Esteri italiano. Le risposte? Vaghe e ambigue. Il costo del Sig. Di Maio, il cui profilo non comprende né un titolo di studi universitario né una conoscenza di livello professionale delle lingue straniere, lo scopro da fonti stampa e non dall’Alto Rappresentante più volte interrogato». Per l’europarlamentare della Lega, che nei mesi scorsi ha rivolto due interrogazioni a Borrell, quello di «Bruxelles è l’ennesimo schiaffo: trasparenza inesistente e oltraggio alla meritocrazia. Alla faccia della competenza e della credibilità delle istituzioni dell’Unione europea». Motivo per cui, «presenterò una nuova interrogazione affinché la Ue faccia chiarezza». In questi giorni Di Maio si trova a New York, per partecipare all’assemblea delle Nazioni Unite. La sua attività, infatti, non si limita a fare la spola tra Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, ma è un lavoro diplomatico a tutto tondo, con incontri che si svolgono anche in Europa e negli Stati Uniti. Ciò che lamenta la Lega (e non solo) è la scarsa trasparenza sulle missioni che conduce e sui risultati attesi. Occorre ricordare che il rappresentante speciale della Ue nel Golfo Persico è una figura nuova di zecca, creata appositamente quest’anno per sviluppare un «partenariato strategico con il Golfo». A Di Maio il compito di realizzarlo.

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