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Emergenza migranti, Giorgia Meloni lancia l'allarme alle Nazioni Unite

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Giorgia Meloni ha portato «con forza» il tema dell’immigrazione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La stabilizzazione e lo sviluppo del NordAfrica e dell’Africa Subsahariana sono stati gli argomenti chiave della missione del premier a New York, alla sua prima apparizione in questa veste al Palazzo di Vetro. Con lei, a promuovere la posizione italiana, che chiede sulla questione un coinvolgimento ampio della comunità internazionale, a cominciare da Onu e Unione europea, il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Penso che un’organizzazione come le Nazioni Unite, che fu fondamentale nel contribuire a sconfiggere la schiavitù, oggi non possa consentire il ritorno di quella barbarie sotto altre forme», ha detto il premier ai giornalisti, anticipando i contenuti del suo intervento pronunciato nella tarda notte italiana. La questione immigrazione richiede «il sostegno di tutti gli organismi multilaterali», perché il problema «non investe solamente l’Italia che, nonostante gli sforzi che continua a fare, non può risolvere da sola», ha detto Meloni.

Non mancano le polemiche, dopo le critiche rivolte dall’Alto rappresentante europeo Josep Borrell all’accordo con la Tunisia siglato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e, più in generale, dai distinguo con i quali la Sinistra europea, ma non solo, ha accolto i tentativi dell’Italia di un maggiore coinvolgimento dell’Europa sul tema. «Se qualcuno pensa in Europa che si possa chiudere il problema in Italia temo che si stia sbagliando», dice Meloni. «Non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa», incalza la premier. «In ogni caso, anche se ci fossero al Governo persone con una visione immigrazionista, come quelli che c’erano prima, il problema non lo fermi in Italia». Per Meloni, «l’unico modo è dichiarare guerra ai trafficanti e questo va fatto con il supporto di tutto il sistema multilaterale, con la volontà di tutte le nazioni che non accettano di farsi ricattare da organizzazioni criminali». Quindi, il memorandum con la Tunisia va implementato. «Per me è importante che vada avanti - dice la premier - al di là dei soliti tentativi della sinistra europea di eliminare un lavoro molto delicato, molto lungo e molto faticoso».

A smentire le notizie che darebbero ormai per morto il Memorandum con Tunisi ci aveva pensato anche Tajani: «Notizie destituite di ogni fondamento», l’accordo «va rispettato», aveva detto il capo della Farnesina, annunciando una prossima visita a Tunisi (a ottobre) e un accordo per l’arrivo in Italia di ulteriori 4mila immigrati tunisini regolari. Il contrasto all’immigrazione illegale e lo sviluppo dell’Africa sono stati i temi al centro dei bilaterali che Meloni ha avuto a margine dei lavori dell’Assemblea generale Onu. Quelli con i leader di Guinea Bissau, Senegal e Kenya, ma soprattutto il faccia a faccia col presidente turco Recep Tayyp Erdogan. «Con Erdogan ho parlato anche di migranti» e del «ruolo che i Paesi mediterranei, quindi anche la Turchia, giocano da questo punto di vista, un ruolo importante», ha detto la presidente del Consiglio, sottolineando che la Turchia gioca un ruolo anche sulla rotta Balcanica, sulla quale ci sono stati «dei segnali» da parte di Ankara, ma «si può fare di più». Ci vorrà certamente tempo per vedere i frutti dello sforzo politico e diplomatico messo in moto dall’Italia, in un contesto, quello dell’Onu, dove i temi dominanti quest’anno sono stati, oltre alll’Ucraina, il grave ritardo nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile e la crisi climatica. Tutte questioni che pure hanno un’incidenza fondamentale sui flussi migratori. «Io sono più che ottimista sul fatto che ci vorrà il tempo che ci vuole, ma alla fine avremo la meglio», ha assicurato il premier.

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