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Pd, Delrio manda l'ultimatum a Schlein: “Non si può guidare a colpi di maggioranza”

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Aria pesante all’interno del Partito Democratico. Il senatore del Graziano Delrio si è soffermato sul caso dei 31 esponenti dem liguri fuoriusciti dal partito, mandando una serie di avvertimenti alla segretaria Elly Schlein, che ha deriso coloro che hanno optato per la fuga: “Quando qualcuno se ne va, bisogna sempre porsi delle domande, non rallegrarsi o pensare semplicemente che sta sbagliando. Certo è un errore abbandonare un grande partito popolare, che è l’unico strumento per fare le riforme e cambiare il Paese, ma credo anche che il gruppo dirigente debba interrogarsi sul perché di questi addii e quali sono gli antidoti. Se c’è del disagio, occorre entrarci dentro e capire cosa si può fare per evitare che continui. La stessa segretaria penso si renda conto che per tenere insieme il Pd serve più ascolto dei territori, più attenzione alle diverse sensibilità e più capacità di mediazione positiva”.. 

 

 

“Anche se io non ho votato per Schlein, credo che - il messaggio senza troppi giri di parole in un’intervista a Repubblica - tutti dobbiamo aiutarla a riformare il partito e a elaborare un progetto per il Paese. Ma ci si riesce solo se lo si fa insieme, capendo anche le ragioni degli altri e non dando l’idea che nel Pd si decide a colpi di maggioranza. Io ascolto molto le persone e sento un disagio che non vorrei si tramutasse in scelte sbagliate come è stata quella dei dirigenti liguri”. 

 

 

Delrio vede sul punto di lasciare altri esponenti dem e chiede un cambio di rotta alla leader: “Il Pd è nato per difendere il lavoro, l’ambiente e i diritti, sta scritto nel nostro Statuto, basterebbe leggerlo - sotttolinea l’ex capogruppo -. Schlein vuole affrontare questi temi con maggiore radicalità e in discontinuità col passato, il che è legittimo. Però non si può pensare che radicalità significhi imporre le proprie idee e sensibilità. Il segretario per primo deve provare ad agire, ragionando e ascoltando, per trovare delle mediazioni positive. In cui cioè non si richiede un’abiura alle convinzioni degli altri”.

 

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