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Ue, “Gentiloni penalizzante per l'Italia”. Il governo non arretra nelle critiche

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Non si ricuce lo strappo tra il governo italiano e Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e monetari nella Commissione guidata da Ursula von der Leyen. L’ultimo affondo è quello del ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Repubblica: “Penso sia legittimo criticare un commissario. Ne ho criticati tanti anche io. Mi auguro che Gentiloni sia in grado di avere una posizione che non sia penalizzante per l’Italia. So bene che da commissario europeo non deve guardare solo al suo Paese, ma se l’interesse generale è contro l’Italia allora qualcosa non va. Non esiste il diritto di lesa maestà. Io sono un europeista convinto, ma posso criticare la Bce ad esempio”.

 

 

L’altro importante argomento affrontato dal leader di Forza Italia e vicepremier è l’addio alla Via della Seta, una scelta annunciata da Giorgia Meloni al premier cinese: “La Via della Seta è una pagina delle nostre relazioni con la Cina che non è stata vantaggiosa per noi. I dati dell’export sono chiari e sono più vantaggiosi per Germania e Francia, che non facevano parte della Via della Seta. Sono convinto che con Pechino vada riformato il partnernariato strategico. Vogliamo valorizzare e utilizzare questo strumento. Vogliamo rafforzare la cooperazione economica e sostenere l’export delle nostre Pmi in vari settori, tra cui l’agroindustria. Vogliamo consolidare il nostro legame culturale nel settore della ricerca e dell’università e anche nel settore del turismo. Siamo alleati degli americani ma non siamo nemici della Cina. Nell’Indopacifico siamo per la conferma dello status quo senza iniziative unilaterali. Capisco che da parte cinese si spinga per la nostra permanenza nella Via della Seta, ma noi - ribadisce Tajani - non siamo soddisfatti. Nessuna volontà di interrompere rapporti, anzi vogliamo incrementarli”.

 

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