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Pnrr, Maurizio Lupi: "Dal Pd polemiche inutili, si va avanti tutti insieme"

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Pierpaolo La Rosa
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Sono molto soddisfatto del lavoro fatto dal governo, che il ministro Raffaele Fitto ha illustrato. Un lavoro che ha smentito tutti i profeti di sventura, secondo cui l’Italia non avrebbe preso la terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza». È una promozione a pieni voti, quella assegnata dal deputato e capo politico di Noi moderati, Maurizio Lupi , alle comunicazioni, ieri mattina, nell’Aula della Camera, del responsabile per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione ed il Pnrr sulla revisione complessiva degli investimenti e delle riforme inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Comunicazioni replicate, nel pomeriggio sempre di ieri, al Senato, dall’esponente dell’esecutivo.

Onorevole Lupi, cosa l’ha colpita di più dell’illustrazione di Fitto?
«Credo che l’impostazione di Fitto sia quella più concreta. Ha sgombrato il campo dagli equivoci, affermando che tutte le risorse del Pnrr saranno utilizzate come sostegno alla crescita del Paese e come base per la costruzione dell’Italia del futuro. Ho usato, per l’intervento del ministro, termini come saggezza e appunto concretezza».

 

Insomma, il governo sta lavorando bene.
«La caratteristica fondamentale del Pnrr è che, per la prima volta, il fattore tempo è un fattore di fondo, determinante. Perché quelle risorse, se non le usi per realizzare le opere entro il 2026, le perdi. Non vengono toccati dal governo i pilastri, i punti strategici, si fa un lavoro di monitoraggio, di verifica dello stato di avanzamento dei progetti che porterà a stabilire ciò che si può o non si può fare entro il 2026. Si tratta di individuare le priorità e destinare i fondi. Mi sarei, invece, aspettato che ci fosse una collaborazione da parte di tutti. Il Pnrr è stato voluto dal governo Conte 2, pur con tutti i suoi limiti, l’esecutivo di Mario Draghi ha valorizzato il Piano, e si è arrivati al governo di Giorgia Meloni. Fare la guerra o acquisire qualche consenso sul Pnrr è un errore, e non mi è piaciuto l’intervento in Aula a Montecitorio di Elly Schlein».

Cosa non le è piaciuto dell’intervento della segretaria del Partito democratico?
«Ha spaziato dal reddito di cittadinanza al salario minimo, argomenti che non c’entrano nulla con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Deve essere interesse di tutti la buona riuscita del Pnrr, lasciando da parte polemiche strumentali, inutili, come quelle sul dissesto idrogeologico: quale pazzo non destina risorse su questo, ma se non c’è un progetto quei soldi li perdi».

Secondo il Servizio studi del Parlamento, non è chiaro dove ed in che modo saranno individuatele risorse per rifinanziare i progetti cancellati dal Pnrr.
«Faccio il parlamentare da oltre 20 anni, perché fermarsi strumentalmente sui pareri del Servizio studi del Parlamento? Le coperture si potranno trovare con un altro strumento, come la legge di Bilancio che ci si appresta a realizzare, e con altri fondi a disposizione».

Si potranno avere rapporti sereni tra maggioranza ed opposizioni?
«Io me lo auguro, mi sembra che Meloni stia assumendo un metodo corretto sulle riforme istituzionali, aprendo un confronto. Lo stesso ha fatto anche sul salario minimo: noi siamo contro questa misura come strumento di risposta ai salari poveri, mentre siamo favorevoli al tema di aumentare i salari complessivamente. Ognuno deve fare la sua parte, questi dovrebbero essere argomenti su cui si lavora insieme. Non credo che i consensi si acquisiscano in questo modo, alzando i toni, strumentalizzando o evocando spauracchi sui soldi sul dissesto idrogeologico: le risorse si troveranno». 

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