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Fisco, Giulio Centemero spiega la riforma: evadere non converrà

Pierpaolo La Rosa
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Giulio Centemero, deputato della Lega e capogruppo in commissione Finanze a Montecitorio. Quali sono i principali obiettivi della delega fiscale approvata dalla Camera, ora in Senato?

«Il primo obiettivo è quello di rendere il fisco "conveniente" rispetto all’evasione, innestando il concetto che sistemi semplici a bassa tassazione rendano preferibile essere in regola piuttosto che nel rischio del sommerso. L’ottica è quella di una struttura snella e chiara, che riequilibra il rapporto fra cittadino e fisco, rendendo quest’ultimo non più nemico di famiglie e imprese. C’è stato, quindi, l’impegno massimo per sostenere tutte le categorie con gli obiettivi di abbassare la pressione fiscale, diminuire e semplificare la burocrazia e ridisegnare il sistema della riscossione. Il progetto di riforma è stato il frutto del lavoro di squadra del centrodestra dove la Lega ha dato un contributo fondamentale, con moltissimi progetti di legge entrati nel testo».

Quali sono i risultati ottenuti dalla Lega?
«Nel testo vengono riprese numerose nostre proposte, a cominciare dall’eliminazione delle microtasse i cui costi di gestione sono paradossalmente più alti rispetto all’introito che generano per lo Stato. C’è poi il tema di riconoscere lo Statuto del contribuente quale legge generale tributaria. Abbiamo realizzato l’accorpamento delle scadenze in un unico giorno del mese, e l’estensione agli affitti commerciali della cedolare secca, così come il riordino dei tributi locali e la semplificazione degli adempimenti. Ci sono inoltre la neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali, ma anche il rafforzamento del processo di avvicinamento dei valori fiscali a quelli civilistici, il superamento delle società di comodo, la revisione delle società di vantaggio e l’attuazione del federalismo fiscale. Infine, il tanto auspicato superamento dell’Irap. Tutte proposte che il mio gruppo ha presentato già nella precedente legislatura».

Non mancano le polemiche, in particolare sullo stop alle sanzioni penali per coloro che riportano capitali in Italia.
«In 50 anni l’approccio punitivo è sempre stato controproducente. È ora di cambiarlo.
Con l’adempimento collaborativo per persone fisiche appena introdotto si incentivano il rientro dei capitali che altrimenti rimarrebbero all’estero e la trasparenza».

Le opposizioni parlano di un condono.
«Una forma di adempimento collaborativo venne introdotta nel 2015 dal governo Renzi. Mi pare davvero strano che la sinistra contesti un principio sostenuto proprio da un loro governo. Quanto al tema sanzionatorio, sono convinto che siano sempre più utili gli incentivi rispetto alle punizioni. Questo principio divide chi è liberale, come noi, da chi invece è statalista».

La Camera ha approvato, in prima lettura, la sua proposta di legge sulle startup e sulle Piccole e medie imprese. Di che cosa si tratta?
«Si tratta di un aggiornamento dell’attuale legge su startup e Pmi innovative che pochi mesi fa ha compiuto i due lustri; il settore si è evoluto molto da allora e qualche aggiustamento della norma, in base alle esperienze di questi anni, era necessario. In particolare i quattro articoli che compongono la norma vanno nella direzione di aumentare la platea di possibili investitori in imprese innovative, siano essi persone fisiche, consentendo per esempio la trasformazione in credito di imposta delle detrazioni dedicate per gli incapienti, o semplificando la burocrazia per i fondi di investimento specializzati, come previsto dall’articolo 4 che aumenta il limite massimo del patrimonio netto delle Società di investimento semplice, da 25 a 50 milioni di euro».

Un provvedimento affinché le future generazioni possano restare in Italia.
«Assolutamente sì. Questa norma, insieme ad altre misure come l’allargamento della norma per il rientro dei cervelli che feci approvare nel 2018, va nella direzione di attrarre e mantenere risorse finanziarie e i talenti nel nostro Paese. Desideriamo facilitare l’accesso di tutti coloro vogliano realizzare un progetto, rimanendo in Italia, alle risorse necessarie, senza dover cercare fondi o normative favorevoli in altre geografie. Ho portato avanti questa norma pensando più alla generazione di mio figlio che alla mia, affinché i nostri giovani possano scegliere l’Italia per realizzare i propri sogni. La proposta di legge dovrebbe approdare in autunno in commissione Finanze al Senato, sotto l’ottima guida del presidente Garavaglia. Immagino che peril panettone o dintorni la stessa entri a pieno titolo nel nostro ordinamento».

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