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Migranti, la promessa dell'Ue all'Italia: non sarete lasciati soli, sfida di tutti

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È stata una visita accolta in parte con calore e in parte tra le critiche quella del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che si è recato all'hotspot di Lampedusa insieme alla commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson, che ci ha tenuto a sottolineare, sin da subito, che "nessuno Stato membro dell'Ue deve essere lasciato da solo, l'Unione europea sta già facendo qualcosa e vuole fare di più dal punto di vista finanziario, al più presto possibile. Certamente non è sufficiente, se non supportato da una legislazione europea". Il capo del Viminale ha espresso apprezzamento per "la presenza della commissaria europea Johansson, qui a Lampedusa come una presenza concreta, un segno della volontà dell'Europa di supportare l'Italia". Entrambi hanno visitato il centro di accoglienza, che dal primo di giugno è sotto la gestione della Croce rossa italiana. 

 

 

"Questa non è solo una sfida italiana - ha rimarcato Johansson -, ma una sfida europea. Non siete soli. Sono molto impressionata per quello che state facendo a Lampedusa, un'isola così piccola su cui c'è tanta pressione". Piantedosi ha tenuto a sottolineare che "non ci sono soluzioni miracolose per risolvere il fenomeno delle migrazioni, ma si sta costruendo qualcosa che possa consentire una gestione più ordinata del fenomeno, che mette insieme aspetti umanitari ma anche di sicurezza". Tra le soluzioni possibili di cui si è parlato vi sono le collaborazioni con i paesi da cui partono i flussi migratori. "La Tunisia è un partner molto vicino perché insieme a noi affronta le sfide essenziali - ha sottolineato Johansson -, siamo molto soddisfatti della collaborazione con il governo tunisino. Dobbiamo migliorare la capacità di prevenzione e respingimento e dobbiamo lavorare insieme contro i trafficanti di esseri umani. Abbiamo convenuto con la Tunisia che occorre migliorare la collaborazione con un accordo onnicomprensivo sia per la lotta ai trafficanti, sia per il miglioramento della capacità del paese di consentire il rientro dignitoso dei cittadini nei paesi d'origine".

 

 

Intanto, il ministro dell'Interno ha fornito anche alcuni dati sull'andamento del fenomeno: "Nei primi sei mesi di quest'anno abbiamo registrato un primo timido e modesto segnale di miglioramento dei rimpatri, con un incremento di seicento persone in più rispetto all'anno precedente. L'obiettivo è rendere sempre più efficace il sistema dei rimpatri". La visita di Piantedosi e Johansson a Lampedusa è stata accolta positivamente dal presidente della Sicilia, Renato Schifani, che ha espresso apprezzamenti per una giornata che per lui costituisce "un segnale di grande attenzione da parte delle istituzioni nazionali e internazionali nei confronti dell'isola, che affronta un'emergenza continua e chiede soluzioni definitive ai problemi legati al flusso ininterrotto di migranti". Critiche, invece, sono giunte da parte delle opposizioni e dalle Ong. "Sono parole vuote visto, che non è in atto alcun meccanismo di solidarietà obbligatorio e che l'Ue non fa nulla per evitare altre morti in mare - ha detto Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch -, la visita istituzionale europea sembra del tutto in linea con l'approccio già visto in Grecia, che cerca di addolcire la pillola ai Paesi alle frontiere europee, senza di fatto riuscire a imporre una linea solidale reale e concreta a livello europeo, che abbia come primo obiettivo la salvaguardia della vita umana". Duro anche l'ex sindaco di Lampedusa Totò Martello, oggi capogruppo del Pd al Consiglio comunale dell'isola: "Una passerella a favore di telecamere - ha sottolineato -, una visita di poco più di un'ora durante la quale non hanno neppure incontrato i pescatori che avevano sollevato il problema delle imbarcazioni dei migranti abbandonate in mare. E il sindaco Filippo Mannino, invece di farsi portavoce delle proposte e delle richieste dei lampedusani, si è limitano a fare il maggiordomo del ministro".

 

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