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Voto in condotta, professori e genitori d'accordo con la stretta di Valditara

Gianni Di Capua
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Riscuote successo la «stretta» sulla valutazione della condotta degli alunni fortemente voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per combattere il bullismo e la violenza crescente nelle scuole: ampio consenso è arrivato tra i genitori degli studenti e gli stessi insegnanti che hanno risposto ad un sondaggio della rivista specializzata «La Tecnica della Scuola», al quale hanno partecipato oltre 2 mila lettori, di cui più della metà docenti e oltre un quarto genitori. Risulta significativo che oltre l’80% degli insegnanti e delle famiglie degli alunni si è detto d’accordo con il maggiore peso ai voti di condotta, voluto dal dicastero di Viale Trastevere dopo la decisione degli organi collegiali della classe dell’istituto di Rovigo di promuovere gli studenti che ad ottobre avevano colpito una docente con dei pallini provenienti da una pistola ad aria compressa, accusati di aver assunto un atteggiamento «buonista» verso di loro. Da qui l’intervento di Valditara, che ha spinto verso la riconvocazione del consiglio di classe che ha poi effettivamente abbassato i voti dei ragazzi. Tra coloro che hanno espresso perplessità, in prevalenza vengono posti dei dubbi sull’effettivo svolgimento del recupero dei ragazzi attraverso i servizi sociali. Inoltre, una parte dei docenti contrari al provvedimento intravede in questo progetto ministeriale un aumento del carico di lavoro. Una delle novità più rilevanti della riforma sulla condotta è stata quella dell’assegnazione del 6, che andrà a generare in modo automatico un debito scolastico in Educazione civica, da recuperare obbligatoriamente a settembre con una verifica sui valori costituzionali e i valori di cittadinanza. La «stretta» sul voto di condotta prevede, inoltre, il ritorno della valutazione del comportamento alle medie e in generale un maggiore peso agli atti violenti, con sospensioni dalle lezioni da rivedere in chiave di recupero e non più di mero allontanamento dalle classi.

 

 

 

Ben 1.044 docenti, l’80,2%, si sono detti contenti della proposta del ministro Giuseppe Valditara. Tuttavia, tra chi non è d’accordo, emerge un aspetto interessante: l’11,8% degli insegnanti afferma di non essere d’accordo sul 6 in condotta con debito automatico in Educazione civica, «perché significherà maggior carico di lavoro per i docenti». Questa è quindi la preoccupazione maggiore degli addetti ai lavori. Il 10,1% dei docenti si chiede invece: «Chi controllerà l’effettivo impegno nei servizi sociali degli studenti?». Solo il 4,1% invece, a proposito delle ore di servizio sociale, ritiene che non si tratti di una «soluzione idonea allontanare i ragazzi dalla classe». Nel caso dei genitori, ben 660, l’87,5%, si dice d’accordo con la riforma ministeriale. La maggiore preoccupazione di chi, invece, non lo è, è l«’allontanamento» dei ragazzi dalla classe, questione legata, probabilmente, alla preoccupazione per la loro sicurezza. A dirlo è il 3,6% dei genitori che non sono d’accordo. Poi il 5,7% dei familiari degli alunni afferma di avere perplessità in merito all’effettivo controllo degli studenti durante le attività di servizio sociale. Il 3,6% dei genitori si mostra invece in disaccordo sul fatto che allontanare i ragazzi dalle classi non sia una «soluzione idonea». Solo il 3,1% pensa ad un eventuale maggior carico di lavoro per i docenti. Anche coloro che non sono docenti o genitori sono d’accordo con la riforma con una preferenza schiacciante: l’82,9%, circa 491 persone, premia le scelte del ministero dell’Istruzione e del Merito.

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