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Salvini, la sfida delle grandi opere: “Faremo almeno due legislature per inaugurare Ponte e Tunnel”

Pietro De Leo
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Un colloquio a tutto tondo sui temi dell’agenda economica, Pnrr, lo scenario dei rapporti tra l’Italia e l’Unione Europea. È questo il filo conduttore della partecipazione di Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture, alla kermesse «Forum in Masseria» a Manduria, intervistato da Bruno Vespa. Molta evidenza viene dedicata ad uno dei nodi più impellenti su cui il governo dovrà adottare una decisione, ovvero il Mes. Il Meccanismo, ha osservato Salvini, «ci vincolerebbe a scelte prese da soggetti privati in altri Paesi, io lavorerò per non dipendere dagli umori degli altri». Poi rivolto alla linea espressa l’altro ieri dal Presidente del Consiglio, Salvini ha detto: «Condivido la posizione di Giorgia». Dunque l’Italia non ratificherà mai il Mes? «Mai non appartiene al mio vocabolario - dice il leader della Lega - ma il Mes non è utile, non è conveniente». Inoltre, «il record del Btp Valore», ossia i titoli di Stato rivolti alle famiglie, «è indice di fiducia non di un partito ma del Paese, da parte degli italiani» e «a differenza del Mes che ci vincolerebbe a scelte prese da soggetti privati in altri Paesi, questi soldi vanno nelle mani degli italiani». L’argomento è legato, poi, ad un’altra riforma in corso d’opera in campo europeo, quella del Patto di stabilità. Su questo, Salvini, riferendosi ad un presunto negoziato tra riforma del Mes e vincoli sui conti, ha osservato: «Non siamo al cambio merci. Il Patto di stabilità deve garantire il lavoro agli italiani e ai cittadini europei, quindi il "non ritorno" all'austherity, ai tagli di sanità, scuola e opere pubbliche che c'è stato in passato».

 

 

Affrontare il tema europeo, poi, porta anche ad approfondire quelle che sono le normative comunitarie in gestazione, a partire dallo stop al motore endotermico nel 2035: «Se mi dici che dal 2035 non posso più mettere sul mercato modelli di auto a combustione interna – ragiona il vicepresidente del Consiglio - obblighi le aziende a fare un passaggio prima del 2035 passando dall'euro 6 all'euro 7, è una roba da ricovero coatto». E poi allude ai rivolgimenti geopolitici della questione: «Dire "dal 2035 o elettrico o niente" è qualcosa che probabilmente conviene a qualcuno. Ho visto i dati sullo scambio Germania-Cina. Esportazioni dalla Germania verso la Cina: -23%. Importazioni dalla Cina alla Germania, +28%. È chiaro, questa è una mia riflessione, come c'è stato un Qatar-gate, nessuno mi toglie l'idea che non ci possa essere un Cina-gate, perché alcune scelte o sono figlie di ignoranza o di convenienza». Il dossier comunitario, poi, si affaccia anche sulla realizzazione del Pnrr. «Con Bruxelles bisognerà ragionare di buonsenso, c'è la guerra, c'è l'inflazione, c'è il caro materiali, è finita la pandemia, abbiamo avuto l'alluvione. Non è che se il quarto piano del rifacimento di un appartamento di Trieste finisce il 2 luglio, anziché il 30 giugno, allora il Paese viene messo sotto inchiesta». E ancora, ha sottolineato: «Visto che alcuni giornali italiani sembrano godere nel trovare il cavillo in casa nostra, gli altri Paesi che hanno chiesto di accedere a questi fondi sì che hanno grossi problemi. Io sono assolutamente convinto che noi spenderemo tutto, ma soprattutto spenderemo bene».

Sull’attuazione del Piano è imminente poi l’arrivo degli ispettori dell’Ue in Italia. «Non sono assolutamente preoccupato», ha assicurato Salvini, ribadendo: «Siamo anche in anticipo su tanti cantieri. Anzi useremo bene i soldi degli italiani e che ci presta l'Europa e li useremo tutti. Anzi se ne troveranno di più, io posso spenderne anche di più per sistemare le case popolari, per fare dighe, contro l'emergenza idrica, per lottare contro la dispersione dell'acqua e sistemare le reti fognarie». Inoltre, «sulle ferrovie e su tutti i progetti cui stiamo lavorando siamo perfettamente in tempo». Dunque «penso che se l'Europa vuole trovare qualcosa che non funziona deve andare in altri Paesi europei e non in Italia. Sono orgoglioso di quello che l'Italia sta facendo e, se remiamo tutti nella stessa direzione, io penso che nei prossimi quattro anni avremo una rivoluzione economica, sociale, lavorativa e ambientale come quella di cui furono protagonisti i nostri genitori nel secondo dopoguerra».

 

 

A proposito delle infrastrutture, poi, c’è un obiettivo di cui Matteo Salvini, in continuità con il percorso di Silvio Berlusconi, si propone. Ed è il Ponte sullo Stretto di Messina. «Lavorando giorno e notte siamo arrivati al decreto e alla società "Stretto di Messina", stanno riaggiornando il progetto, nella legge di bilancio ci saranno gli stanziamenti, a ottobre, ci saranno i denari pubblici necessari, e penso che poi si potrà chiedere pure un apporto privato». Quanto alle tempistiche, «se tutto va come deve andare in un Paese normale, nell'estate 2024 penso all'apertura dei cantieri, magari a primavera avanzata, diciamo come per la moda, "primavera-estate"». E proprio parlando di infrastrutture Salvini ha buttato lì una previsione sulla durata del governo: «Il primo treno nel tunnel del Brennero e sullo stretto di Messina dovrebbe passare nel 2032. Questa maggioranza ha l'obbligo di fare almeno due legislature perché mi seccherebbe non inaugurare il tunnel e il Ponte».

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