Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pnrr e Corte dei conti, battaglia alla Camera sul decreto Pubblica amministrazione

Angela Barbieri
  • a
  • a
  • a

L’ostruzionismo di Pd, M5S e Avs se non già organizzato, è comunque atteso. Oggi il decreto sulla Pubblica amministrazione, che contiene la norma che esclude il controllo «concomitante» della Corte dei conti sull’attuazione del Pnrr, approderà nell’aula della Camera e tutti i deputati della maggioranza sono stati allertati. «Garantire la presenza in aula dalle 14», è l’avviso arrivato ai parlamentari dei diversi gruppi del centrodestra. E non è un fatto scontato trattandosi di un lunedì post ponte. Intorno a quell’ora, infatti, potrebbe essere chiesta l’interruzione della discussione generale e il governo potrebbe porre la questione di fiducia sul testo.

 

L’iter, secondo gli addetti ai lavori, dovrebbe concludersi entro mercoledì e - dal momento che il decreto scade il 21 giugno - anche il percorso in Senato dovrebbe essere blindato. «Riteniamo che se sarà chiesta la fiducia sul decreto Pa sicuramente sarà accordata perché è un provvedimento che serve all’Italia. Per quanto riguarda la norma sulla Corte dei Conti, se vogliamo che il Pnrr possa andare a segno e cioè concludere i lavori entro il giugno del 2026, non occorrono controlli intermedi, ma finali», taglia corto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che bolla come «un’invasione di campo» le critiche arrivate dalla Commissione europea sul ruolo della Corte dei Conti.

 

«Forse qualcuno si era abituato a una certa acquiescenza dell’Italia e invece ora si trova davanti un governo che difende con fermezza i propri principi. In passato i governi avrebbero detto aboliamo la norma. Stavolta non è successo e questo può generare nervosismo», attacca. Non sono pochi dentro la maggioranza a notare una diversità di comportamenti da parte di Bruxelles rispetto a quando a gestire il dossier era Mario Draghi, ma la difesa della linea - dalla premier in giù - resta netta: nessun isolamento in Europa.

Anzi, insiste Foti, «al contrario: Giorgia Meloni è già molto apprezzata sia in seno al Consiglio europeo che nel G7 e nel G20. Per un politico che difende l’interesse nazionale non era scontato raggiungere così in fretta questo obiettivo». Le opposizioni, in ogni caso, sono sul piede di guerra: «Daremo battaglia, sulla Corte dei conti il governo sta facendo una forzatura», assicurano dal Pd. «È inconcepibile che anche in questa occasione il governo possa sottrarsi ad una discussione democratica, noi vogliamo esporre le nostre ferme ragioni contro un decreto che imbavaglia la Corte dei conti ma ci aspettiamo che già alle 14, come sembra, il governo possa porre la questione di fiducia chiudendo qualsiasi spazio di confronto», spiega Filiberto Zaratti capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera. E se Azione e Iv non vedono «colpi di mano» nella cancellazione del controllo «concomitante» dei magistrati contabili sul Pnrr, anche il M5S si prepara al braccio di ferro: «Vediamo cosa succede, daremo battaglia in aula. È qualcosa di grave» assicurano i pentastellati, pronti a richiedere maggiori spazi di confronto. Quella sul decreto Pa, infatti, potrebbe non essere l’unica fiducia della settimana alla Camera. «Anche sul decreto siccità il governo potrebbe metterla», è la voce che circola in Transatlantico. 

Dai blog