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Lavoro, il governo di Giorgia Meloni spinge sull'occupazione

Edoardo Romagnoli
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I dati Istat sul tasso di occupazione in Italia certificano una ripresa dopo anni di difficoltà. Il governo in questi primi mesi di lavoro ha varato una serie di misure per sostenere l’occupazione e, allo stesso tempo, cercare di combattere l’inflazione. Il primo pacchetto di misure è quello varato il primo maggio durante un Consiglio dei ministri molto criticato dai sindacati e dalle opposizioni. In quel decreto legge, oltre a riformare il reddito di cittadinanza, viene innalzato l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023; confermato anche l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3 mila euro per il 2023 per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Per spingere l’occupazione giovanile il decreto prevede incentivi pari al 60% della retribuzione per un periodo di 12 mesi a favore dei datori di lavoro che assumono giovani under 30 non inseriti in programmi formativi e registrati nel Pon «Iniziativa Occupazione Giovani». L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100% per un periodo massimo di 36 mesi. Nel testo è stata inserita anche una modifica sui contratti del lavoro a termine. Sono state infatti cambiate le causali che possono essere indicate nei contratti a durata compresa tra i 12 e i 24 mesi per consentire un uso più flessibile per questo specifico tipo di contratto. Sarà possibile estendere i termini temporali non oltre i due anni: nei casi previsti dai contratti collettivi, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024 o per sostituire altri lavoratori.

Under 30, contratti a tempo determinato ma anche lavoratori con disabilità. Il testo prevede il riconoscimento per enti e organizzazioni di un contributo per ogni persona con disabilità assunta a tempo indeterminato tra il 1° agosto 2022 e il 31 dicembre 2023. Vengono eliminati i limiti quantitativi nell’utilizzo di personale in regime di somministrazione e quelli quantitativi in caso di contratto a tempo indeterminato per specifiche categorie di lavoratori. L’esenzione dal rispetto dei limiti quantitativi sull’utilizzo di personale in somministrazione si estende al caso in cui il dipendente sia assunto dal datore con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

A questo si aggiunge il disegno di legge sul «made in Italy» a cui due giorni fa il Consiglio dei ministri ha dato il via libera. Tra le varie misure, prevede un fondo da 10 milioni di euro che verrà destinato al potenziamento delle iniziative di autoimprenditorialità e imprenditorialità femminile. Nasce anche il fondo sovrano italiano che prende il nome di Fondo strategico nazionale del made in Italy con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro che ha l’obiettivo di stimolare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali.

Non solo. C’è una norma che si pone l’obiettivo di creare un «ponte» tra formazione e lavoro. Il liceo del made in Italy, il cui anno scolastico inizierà nel 2024, è accompagnato dalla fondazione «Imprese e competenze per il made in Italy». Per favorire il passaggio di competenze entreranno in gioco i lavoratori pensionati che faranno da tutor ai neo assunti under 30. Il programma prevede un tutoraggio, da parte di un pensionato, della durata massima di 12 mesi senza vincolo di subordinazione e non soggetta alle disposizioni sui licenziamenti. Tra l’altro è previsto che la remunerazione del tutor non concorrerà alla formazione del reddito ai fini Irpef e non sarà assoggettato a contribuzioni previdenziali fino a 15 mila euro l’anno. Una sorta di «patto generazionale» in cui i lavoratori in pensione insegneranno il mestiere ai giovani appena assunti.

La stagione turistica è iniziata e la ministra Santanchè vista la carenza di lavoratori stagionali, già 50 mila posti solo per quest’anno, ha proposto una misura per incentivare chi lavorerà di notte e nei festivi. Il settore soffre da anni di una «progressiva disaffezione» dei lavoratori storici ma anche di una minore capacità attrattiva verso i giovani che preferiscono lavori stabili che permettono una migliore gestione del tempo libero. Ma come ricorda Confindustria alberghi: «Non potendo modificare la natura dell’attività è necessario ricorrere a interventi correttivi mirati a valorizzare quella componente del lavoro con una detassazione o decontribuzione mirate sulle maggiorazioni per il lavoro festivo o notturno». E non a caso l’idea della ministra va proprio in questa direzione con l’obiettivo di alzare i compensi per chi è impegnato di notte o nei festivi senza mettere in difficoltà le imprese. Anche Giorgia Meloni, durante il Festival dell’Economia di Trento, ha ribadito di credere molto più utile «il taglio delle tasse sul lavoro rispetto al salario minimo legale».
 

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