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Salone del libro, "ricostruzioni fantasy": Roccella sbugiarda Lagioia

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Giornata tesa al Salone del Libro di Torino. Non una di Meno ed Extinction Rebellion contestano il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, trasformando la giornata (anche) in uno scontro tra pezzi del centrodestra e il direttore uscente del Salone del Libro Nicola Lagioia. "Fuori Roccella dal Salone", il coro degli attivisti che hanno interrotto la presentazione del libro 'Una famiglia radicale', organizzata all'Arena Piemonte dalla Regione Piemonte. Le contestazioni hanno impedito all'evento di svolgersi e si sono protratte oltre l'orario dell'evento successivo, 'Emancipazione e coming out', organizzato in collaborazione con il Torino Pride. Tra scambi di accuse ("fascisti" gridano alcuni manifestanti, "Così dimostrate che i fascisti siete voi", replica la ministra), l'evento delle 14 parte tra le persone sedute per terra ma la ministra non lascia il palco.

 

L'organizzazione del Salone viene chiamata dalla stessa Roccella poco dopo le contestazioni. "Il Salone è un gioco democratico e la contestazione ne fa parte ma perché non trasformarle in occasione di dialogo?" dice Nicola Lagioia dal palco ma quando scende la deputata di FdI Augusta Montaruli gli urla "Vergognati". Sui social Lagioia la accusa di averlo "aggredito verbalmente". Ai giornalisti lei dichiara che "quando sarà lui ad andarsene dal Salone faremo rullare i tamburi", alludendo al fatto che si tratta dell'ultimo Salone con la direzione di Lagioia. La ministra Roccella parla di "ricostruzioni fantasy" da parte del direttore del Salone e dice che si sarebbe aspettata una "posizione chiara" contro chi le impediva di parlare. Lagioia viene attaccato anche dal consigliere regionale Maurizio Marrone (che era presente sul palco): "È stata nominata una nuova direzione" del Salone, dice ai giornalisti, "e speriamo manifesti più rispetto non tanto dei ministri o del governo ma della cultura e della libertà". E anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio prende posizione: "Quello che è successo è molto grave e non deve più accadere. L’organizzazione deve garantire che chiunque al Salone possa parlare ed esprimere democraticamente le proprie idee", dice. 

 

Subito dagli esponenti della maggioranza arriva una condanna. Il ministro Gennaro Sangiuliano definisce "inaccettabile e gravissimo" quanto successo. La Lega, in una nota, parla di "minoranza ignorante" che contesta. Il presidente del Senato La Russa dichiara: "Trovo estremamente grave quanto avvenuto - dice - ci troviamo di fronte all'ennesimo atto antidemocratico che non può non trovare la mia ferma condanna e spero anche quella di tutte le forze politiche". 

 

Dall'opposizione Alleanza Verdi Sinistra esprime "totale solidarietà a Lagioia - si legge in una nota - 'Purtroppo'.... Manifestare è un diritto", spiega il vicepresidente di AVS alla Camera Marco Grimaldi. L'ex sindaca di Torino Chiara Appendino si rivolge a Montaruli: "Si scusi" con Lagioia, dice. Alla fine, la ministra lascia la sala solo alle 15.30, dopo che anche l'evento successivo organizzato da Casa Ugi non era partito e la situazione era sempre più tesa: "Me ne vado per democrazia", dice la ministra. Che poi tiene un incontro privato con prefetto, questore, e vertici del Salone e infine diserta l'incontro pubblico previsto due ore dopo, che diventa un'intervista in diretta Facebook. Intanto, la Digos di Torino, che era intervenuta a identificare i contestatori, ha denunciato 29 persone per violenza privata.

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