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Taglio alle detrazioni, così il governo prepara la riduzione dell'Irpef

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Edoardo Romagnoli
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Un nuovo fisco che passerà da 4 a 3 aliquote Irpef, lotta all’evasione grazie alle nuove tecnologie, innalzamento della no tax area e detrazioni. Sono solo alcune delle novità contenute nella riforma fiscale presentata dal vice ministro dell’Economia e delle finanze Maurizio Leo durante l’audizione alle commissioni riunite: quella Finanze della Camera e quella sulla Riforma fiscale del Senato. Il progetto di riforma si sviluppa in quattro parti: principi generali, tributi, procedimenti e materiali. «Come primo intervento metteremo mano all’Irpef, imposta che presenta criticità e lacune» ha detto Leo.

 

Si passa da quattro aliquote a tre. Oggi fino a 15 mila euro si paga il 23%, tra 15.001 e 28 mila il 25%, tra 28.001 e 50 mila il 35% mentre oltre i 50 mila euro si paga il 43%. Con la riforma i due scaglioni centrali vengono accorpati per cui: per i redditi fino a 28 mila euro si paga il 23%, tra 28 mila e 50 mila il 27% e per i redditi oltre i 50 mila euro si paga il 43%. La riforma vorrebbe innalzare anche la no tax area fino a 10 mila euro l’anno, mentre oggi è fissata a 8,174 euro per i lavoratori dipendenti e 7,500 euro per i pensionati.

A queste misure il governo vorrebbe aggiungere ulteriori riduzioni dell’Irpef con delle risorse che possono emergere dal taglio del numero delle detrazioni. «Ce ne sono più di 47 - ha evidenziato il vice ministro - la voce più rilevante è rappresentata dai crediti d’imposta, sono circa 227 e cubano 36 miliardi: su questi è possibile fare un intervento di pulizia per fare in modo di mettere le risorse risparmiate al servizio della riduzione dell’Irpef».

 

Leo ha parlato anche del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti: «Penso che possiamo arrivare a 80-100 euro di cui si è parlato» in busta paga ma «ancora il testo non lo abbiamo visto. Il serbatoio sono i 3 miliardi sul 2023 e una parte dei 4 miliardi del 2024, penso che a questa cifra ci si possa arrivare, faremo delle verifiche con la Ragioneria» ha aggiunto.

Un capitolo è stato dedicato alla lotta all’evasione. «Vogliamo combattere l’evasione fiscale, lo faremo attraverso banche dati, gli strumenti tecnologici, vogliamo occuparci delle tematiche di fiscalità internazionali» ha dichiarato Leo. Prima di fare la guerra agli evasori però si cerca di istituire un fisco "amico". Per le imprese di piccole e medie dimensioni «introdurremo il cosiddetto concordato preventivo biennale. Il fisco ha a disposizione tanti strumenti come le banche dati, la precompilata, la fatturazione elettronica, i corrispettivi telematici, inoltre lavoreremo con l’intelligenza artificiale e l’analisi predittiva» ha ricordato il vice ministro. Sulla base di questi strumenti l’erario potrà sapere «al millimetro qual è il reddito di un contribuente e di proporgli il concordato preventivo in modo che per due anni non avrà seccature sul versante delle imposte dirette» ha spiegato.

 

Per quanto riguarda le imprese di maggiori dimensioni la volontà è quella di istituire una «cooperative compliance» ossia un regime premiale che riconosce ai contribuenti collaborativi e meritevoli una serie di vantaggi di natura sostanziale e procedurale. «Oggi è previsto per un importo molto rilevante cercheremo di abbassarlo portandolo a 750 milioni di euro e poi a 100 milioni introducendo un meccanismo che guardi ex ante e non ex post all’attività di accertamento» ha evidenziato Leo. Non solo, fra le misure, viene previsto il taglio delle sanzioni penali per la cosiddetta evasione per necessità. 

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