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Il governo blinda il decreto migranti. Stop protezione speciale e più rimpatri

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Benedetto Antonelli
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Domani il decreto Migranti approda nell’Aula della Camera. Deve essere approvato entro una settimana. Il tempo massimo per convertirlo in legge, infatti, è il 9 maggio. Il testo, riferiscono fonti parlamentari, sarà «blindato». Il governo non ha ancora fatto sapere ufficialmente se porrà la questione di fiducia, ma se i tempi dovessero allungarsi non c’è dubbio che vi ricorrerà. Anche perché le opposizioni hanno presentato tre questioni pregiudiziali, che saranno votate prima dell’esame del provvedimento. La discussione iniziale inizierà alle 10 di domani mattina. Le votazioni non prima delle 15. Ma l’iter potrebbe comunque allungarsi. Come detto, la maggioranza non intende perdere tempo, tanto che, nel caso, saranno previste anche sedute notturne.

Il decreto, già approvato in Senato, va a coprire una vasta gamma di aspetti legati all’immigrazione. Lo si capisce già dal titolo: «Flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare». Tra le norme più discusse c’è la stretta sulla protezione speciale, quel tipo di permesso di soggiorno, diventato una sanatoria di fatto, che viene assegnato a coloro che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria per i cittadini di Paesi in guerra. Dal 2020 ad oggi sono state 45mila circa le protezioni speciali riconosciuti ai migranti sbarcati sulle nostre coste. La ratio dell’istituto vorrebbe che i beneficiari inizino subito un percorso formativo che li porti, nel giro di poco tempo, a trovare lavoro.
Nei fatti, però, non è quasi mai andata così. Poco più del 5% sono riusciti a trovare un impiego. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha definito la protezione speciale un «fattore distorsivo delle regole d’ingresso e soggiorno». Ecco il motivo per cui il governo intende restringere in modo significativo i requisti per ottenere questo tipo di permesso.

Tra le altre misure contenute nel decreto è inserito un nuovo reato nel codice penale, quello di morte o lesioni procurate da parte di chi organizza il traffico illegale di migranti. È l’articolo anti-scafisti. Sono previste pene da 20 a 30 anni, se tale attività illegale può causare la morte di qualcuno. Inoltre, il provvedimento dà la possibilità al governo di derogare a una serie di norme per costruire nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti irregolari. 

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