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Dalla comunità ebraica: “Le parole di Lollobrigida non sono razziste o antisemite”

Edoardo Romagnoli
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«Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli e li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada». Le parole del ministro Lollobrigida hanno scatenato reazioni furiose da parte delle opposizioni. E c’è anche chi ha riesumato il piano Kalergi, la falsa teoria del complotto secondo cui esisterebbe un piano d’incentivazione dell’immigrazione africana e asiatica verso l’Europa al fine di rimpiazzarne le popolazioni. Una «bufala» usata ogni volta per attaccare le comunità ebraiche. Abbiamo chiesto a Angelo Di Porto, presidente di Assoturismo Confesercenti Roma e Lazio, cosa ne pensa di queste ultime polemiche in quanto membro della comunità ebraica di Roma: «Lo trovo un accostamento ignobile. Il ministro Lollobrigida, nell’ambito di un incontro con una sigla sindacale, si è permesso giustamente di attenzionare la platea su un fenomeno preoccupante che è la scarsa natalità italiana, tendente allo zero. Parallelamente subiamo un’immigrazione clandestina ingente che il governo sta cercando di contenere coinvolgendo l’Europa. È evidente che l’esecutivo voglia promuovere politiche volte innanzitutto a sostenere la natalità italiana. Ecco strumentalizzare queste dichiarazioni attribuendo loro una valenza razzista xenofoba o persino antisemita lo trovo vergognoso oltre che di cattivo gusto».

La comunità ebraica è spesso tirata in ballo sia nel dibattito politico, ma anche in quello sportivo penso al tifoso della Lazio con la maglia Hitlerson 88. Secondo lei perché gli ebrei sono ancora oggi un bersaglio?
«Ci tengo a specificare che sono un membro della comunità e non la rappresento. Gli ebrei da sempre sono stati un capro espiatorio vi è sempre la necessità comunque di tenere asta l’asticella del contrasto all’antisemitismo sia quello di matrice nostalgica che quello antisionista volto a mortificare la storia come accade puntualmente il 25 aprile».

 



Secondo lei l’Italia è un Paese antisemita?
«Come ho già detto il pericolo del rigurgito antisemita è sempre dietro l’angolo. È compito di una società civile intervenire per contrastarlo sul nascere».

Questo governo, soprattutto il partito del presidente Giorgia Meloni, è spesso tacciato di voler riportare in auge il fascismo in Italia in particolar modo adesso che ci avviciniamo al 25 aprile. Lei che ne pensa?
«Abbiamo apprezzato sin da dubito che il governo Meloni abbia in questo senso agito concretamente introducendo un organo tecnico istituzionale volto a contrastare l’antisemitismo che ancora serpeggia nelle sue forme eterogenee. Organo presieduto dal suo capo coordinatore prefetto Giuseppe Pecoraro. Ci aspettiamo che tale organo sia sempre operativo».

 



La destra in Italia, dalla svolta di Fiuggi all’ultima visita di La Russa a Gerusalemme, ha cercato a lungo di fare chiarezza con il passato. Lei pensa che sia una transizione finita o c’è bisogno di un lavoro ulteriore?
«Il presidente Giorgia Meloni, sebbene in altre vesti e molto più giovane, partecipò alla svolta di Fiuggi. La storia tuttavia insegna che il fenomeno dell’antisemitismo non sia un aspetto che si possa archiviare in un passato remoto, ma che va quotidianamente monitorato. Detto ciò continuo a non comprendere cosa c’entri tutto questo con le dichiarazioni del ministro Lollobrigida sugli aspetti demografici italiani che non trovo in alcun modo xenofobe e razziste».

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