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Il Pd vince a Udine e celebra l'ammucchiata sinistra dal Terzo Polo al M5S

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Il Partito democratico riesce a strappare il Comune di Udine al centrodestra. E già canta vittoria come se avesse recuperato tutto d'un tratto lo svantaggio nei confronti del centrodestra. Come se le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia si fossero tenute in un'altra epoca storica e non appena due settimane fa. Certo, la vittoria del centrosinistra unito (dal Terzo polo all'appoggio del M5S) che ha portato all'elezione a sindaco di Alberto Felice De Toni è un risultato importante per le opposizioni che da mesi non fanno altro che incassare sconfitte: prima le Politiche del settembre scorso, poi le Regionali nel Lazio con la vittoria di Francesco Rocca e poi quelle in Friuli Venezia Giulia con la riconferma di Massimiliano Fedriga che ha incassato il 64% dei consensi.

 

 

Così Debora Serracchiani, deputata ed ex governatore del Fiuli Venezia Giulia prima di Fedriga, commenta: "È una vittoria che dà speranza e fiducia, perché Udine è un tassello anche simbolico nella costruzione di una nuova proposta, ancora più importante perché parte dal Friuli Venezia Giulia dove è stato appena rieletto Fedriga. Un candidato forte come De Toni e un grande lavoro di squadra hanno permesso di trasformare l’opposizione di centrosinistra nell’alternativa credibile che ora va ad amministrare Udine. È una grande gioia, anche per il risultato del Pd". Le fa eco la segretaria del partito Elly Schlein: "Una bellissima notizia, una vittoria costruita grazie a un bel lavoro di squadra. Ad Alberto Felice De Toni vanno gli auguri di buon lavoro da tutta la comunità democratica". La segretaria, prima della sconfitta alle regionali, aveva parlato del Friuli come di un laboratorio.

 

Ora, se l’esperimento in Regione si è scontrato con la forza di Massimiliano Fedriga e del centrodestra unito, a Udine la coalizione larghissima del centro sinistra ha funzionato. E la domanda che adesso ci si pone è se una coalizione larghissima porta più voti della sommatoria di quelli dei partiti o, al contrario, se tutto dipende dal nome da mettere in campo e da quanto fatto o non fatto dall’amministrazione.

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